Articolo di VERONICA BISCONTI
Non si può dire che in Regione Lombardia si smetta di pensare all’Expo 2015: mentre sono in cantiere i padiglioni che ospiteranno la grande esposizione universale milanese, la polemica su come riempire gli spazi espositivi dedicati all’arte del nostro Paese continua.
“L’ORTOLANO” DI ARCIMBOLDO – Dopo la diatriba riguardante il trasloco temporaneo dei Bronzi di Riace (LEGGI Bronzi di Riace all’Expo), una settimana fa l’Ambasciata della Cultura della Regione Lombardia, capitanata da Vittorio Sgarbi, ha richiesto al comune di Cremona di concedere il dipinto “L’ortolano” di Arcimboldo per l’Expo 2015.
Un’acquisizione temporanea del capolavoro della pinacoteca cremonese avrebbe sicuramente rappresentato un valido collegamento tra arte e il tema principale dell’esposizione milanese, tuttavia la trattativa non è andata a buon fine: il rifiuto è stato netto da parte della città lombarda, restia a privare il proprio complesso museale di un dipinto così singolare nel suo genere.
«Pensare che Expo sia un Bengodi da cui tutti dovranno trarre vantaggio è da mentalità malata – commenta Sgarbi, infuriato per l’ostruzionismo attuato dai comuni nei confronti dell’Expo, aggiungendo – Ma quale Arcimboldo?, ma a chi interessa quel quadretto? se lo tengano pure a Cremona : io sto lavorando per portare all’Expo dagli uffizi di Firenze la `Venere´ di Botticelli, oltre che i Bronzi di Riace».
LA “NASCITA DI VENERE” DI BOTTICELLI – Un progetto ancora in fase iniziale, quello del trasporto della Venere di Botticelli, eppure il critico d’arte non si risparmia: l’obiettivo è convincere gli Uffizi a concedere almeno la tela quattrocentesca per qualche mese, un periodo di tempo stabilito tra maggio e dicembre 2015.
«Certo Firenze non ha bisogno della vetrina Expo come Reggio Calabria o Cremona – incalza Vittorio Sgarbi – ma credo che un sostegno economico potrebbe fare comodo anche agli Uffizi». Il guadagno economico per il museo fiorentino si aggirerebbe intorno ai 600.000 e gli 800.000 euro.
Nonostante le continue richieste, a mettere a tacere le polemiche riguardanti l’Expo 2015 arriva la replica dura del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il quale, contattato dall’ANSA, risponde che l’esposizione universale non è solo di Milano e che la presenza di turisti nel nostro territorio può costituire una sfida importante, un incentivo per la popolazione straniera ad allungare la propria permanenza ed a visitare i luoghi d’arte che hanno reso nota la nostra Italia.
“LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA” DI CARAVAGGIO – Sulla stessa lunghezza d’onda del Ministro viaggiano alcune associazioni civiche napoletane, riuniti sotto il Pio Monte della Misericordia (dov’è ubicata l’opera) per ribadire il loro dissenso per la scelta di trasferire a Milano la tela realizzata da Caravaggio intorno al 1600, intitolata “Le sette opere di Misericordia”.
Tra i vari nominativi dell’Associazione presenti in piazza figuravano alcuni movimenti indipendentisti, tra cui il Comitato Civico Portosalvo,Unione Mediterranea e l’Associazione Terra e Dignità, quest’ultima risulta una dei principali fautori della protesta.
Il causus belli della manifestazione non riguarda solamente il trasloco momentaneo del dipinto caravaggesco, va ben oltre la semplice apparenza.
Le motivazioni che animano i napoletani vengono ben espresse da una dichiarazione di Vincenzo Gulì, membro dei Neoborbonici Attivisti «Da oltre 150 anni questo stato tratta Napoli come una colonia e visto che siamo ancora una colonia non permetteremo che vengano qui a prendere le nostre ricchezze».
Una rivendicazione del proprio patrimonio artistico o una voglia d’identificarsi come cittadini attivi del capoluogo campano, tuttavia anche la legge si schiera a favore del popolo napoletano, come racconta la portavoce di Unione Mediterranea Flavia Sorrentino: secondo una sentenza del tribunale di Napoli del 1613, il quadro è stato dipinto da Caravaggio a Napoli al solo scopo di poterlo donare alla città d’arte campana, indi per cui il dipinto è stato reso intrasportabile.
La protesta dei cittadini di Napoli andrà avanti ad oltranza probabilmente, i toni si sono accesi, ciononostante la corsa ai prestiti di opere d’arte per l’Expo 2015 continua e non s’arresterà in tempi brevi.
RIFLESSIONI E PRONOSTICI – Spogliare le pinacoteche ed i musei italiani di almeno un’opera d’arte potrebbe risultare una mossa azzardata, tuttavia la domanda sorge spontanea: quante volte si è entrati in un complesso museale e con lo sguardo lo spettatore ha cercato la tela o la statua che desiderava poter ammirare, scoprendo che essa non era più presente nell’edificio e che era stata momentaneamente portata via per essere esposta in una mostra? Ci sono mostre d’arte che possono essere accessibili al pubblico anche per sei mesi e l’Expo alla fine, non è forse anche questo?
Con queste affermazioni non si pretende di dare una risposta alle diatribe interne alle attività culturali, si cerca solo di suggerire vie alternative senza scontentare nessuno: l’Italia ha bisogno di promuovere il proprio patrimonio, l’Expo è solo una di queste occasioni e tale deve rimanere.
I criteri che sono stati seguiti dagli esperti sino ad ora per la scelta dei capolavori da portare all’Expo 2015 non sono così fuorvianti: lo stato di conservazione del manufatto, la notorietà e bellezza dell’opera e la sua interazione con il motto dell’esposizione universale, “Nutrire il pianeta”, sono tutti elementi che, forse, potrebbero tranquillizzare l’opinione pubblica riguardo alla salvaguardia del nostro patrimonio artistico.
Una tela che ad esempio potrebbe essere presa in considerazione per i padiglioni espositivi dell’Expo 2015 potrebbe essere “Il Mangiafagioli” di Annibale Carracci: l’opera d’arte è stata realizzata dal capostipite della scuola bolognese intorno al 1583 – 1584, non è una tela di grandi dimensioni (misura 57 x 68 cm) ed è attualmente conservata alla Galleria Colonna di Roma.
Nel 2009 è stata effettuata una ricognizione per verificare lo stato di conservazione del dipinto, in occasione delle celebrazioni del IV centenario della morte del pittore bolognese: “Il Mangiafagioli” è espressione della naturalezza di un contadino raffigurato e della maestria di un artista che si è formato a Bologna e si è affermato nella Roma capitolina.
Annibale Carracci è un pittore universale, come lo furono i suoi predecessori Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti e Caravaggio: la sua opera d’impronta tardo cinquecentesca, nella quale è possibile scorgere un legame del soggetto iconografico con il tema dell’esposizione universale milanese, Cavalli ad esempio la considerò “[…] la prova rivelatrice di come radicato in profondo fosse nella mente di Annibale il pensiero di un’arte ove natura e idea avanzassero insieme […]”, merita di figurare tra i capolavori che verranno esposti all’Expo 2015?
Agli esperti d’arte e agli italiani l’ardua sentenza!
[di Veronica Bisconti]