“La Terra Guasta. T. S. Eliot e la Street Art”, mostra gratuita patrocinata dal Comune di Firenze
Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di T.S. Eliot. Premio Nobel per la letteratura, Eliot è annoverato nella schiera dei modernisti e in quanto tale vive tutti i disagi e le denunce della sua epoca. In breve la sua figura si potrebbe riassumere nel disagio causato dall’incomprensione di una società reticente ed avversa alla sua arte.
Alienare una forma d’arte, per i contenuti o per l’immagine che essa ha agli occhi della comunità, è un “errore” reiterato nella storia dell’uomo, anche in quella contemporanea. Come lo è rinnegare la tradizione e la storia che la narra.
Per questo risulta facile trovare una corrispondenza tra l’opera di Eliot e la più che attuale e alle volte pregiudicata streetart. Corrispondenza ben visibile agli occhi di Raffaella Ganci che, in collaborazione con Roberto Pupi, concepisce “La Terra Guasta. T. S. Eliot e la Street Art“, mostra gratuita patrocinata dal Comune di Firenze e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Dalle 18:00 del 21 novembre, giorno dell’inaugurazione, al 5 dicembre 2015, 14 Street Artist espongono alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in Piazza dei Cavallegeri 1, le loro opere ispirate a The Waste Land di T.S. Eliot.
La traduzione italiana più consueta del masterpeace dell’autore è “La Terra Desolata“, ma la Ganci in prima persona ha preferito rendere il titolo con una traduzione più letterale usando “La Terra Guasta” per voluminizzare il carattere provocatorio del titolo.
Un evento con il quale oltre che rileggere con occhi contemporanei la tradizione classica e oltrepassare gli stereotipi di condanna riguardanti la streetart, si vuole incanalare in un unico luogo tre tipologie di utenze incominciando dal pubblico abituale della biblioteca, passando ad uno più giovane attratto dal concetto in sè di streetart per finire con esperti di letteratura ed arte contemporanea, richiamati di certo dalla sostanza della mostra.
Un’ottima iniziativa per abbattere ormai anacronistici pregiudizi, avvicinare un pubblico giovane, e alle volte privo di stimoli, alla letteratura ed in generale all’arte contemporanea e, al tempo stesso, svecchiare l’idea in sè di arte, avvicinando un pubblico tradizionalista a forme non convenzionali.
[di Roberto De Rosa]