Inizio a credere sia una rivelazione. Di quelle tipo “la chiamata”: che i limiti, comunemente immaginati come degli ostacoli, dei muri, siano dei giudici supremi, messi lì per decidere chi merita la felicità e chi no. E lo decidono semplicemente stando lì, ad osservare chi gli si avvicina e poi si ferma, chi arriva alla loro estrema prossimità e poi indietreggia, chi li scavalca e supera.
Immagino poi tengano un taccuino su cui annotano le valutazioni, ed accanto uno scatolone con il premio supremo per i pochi idonei.
Se io mi fossi fermata quando tutti si sarebbero fermati, quando quei tutti mi dicevano che se non mi fossi fermata sarei stata infelice… Mi sarei persa tutto quello che mi rende felice.
La Verità sta oltre il muro, l’ostacolo, il limite.
Ed il sole, il mare, tutto.