L’apprendista artigiano italiano è in mostra al PalaCultura e al Monte di Pietà di Messina fino al 30 marzo: esposizione antologica su Bruno Samperi
Il PalaCultura e il Monte di Pietà di Messina sono i luoghi che permetteranno di esplorare, fino al 30 marzo, il percorso artistico di Bruno Samperi.
Bruno Samperi, nato nel 1933, è un artista ampiamente riconosciuto per diversi motivi. Oltre ad aver inventato la tecnica degli inchiostri tipografici su carta, nel corso della sua vita ha prodotto e produce un numero sconfinato di tele.
A renderlo particolarmente interessante è inoltre il suo approccio all’arte e al mondo dell’arte: Samperi è da sempre ‘artista’ nel senso più genuino e sincero del termine: quello dell’artigiano. Non a caso, il titolo di questa esposizione, antologia delle sue opere, è “Bruno Samperi apprendista artigiano”.
Mosè Previti, critico d’arte e creativo, motiva questa scelta esplicando al meglio il rapporto di Samperi con l’arte: «Per Samperi l’arte non è professione, non è carriera. Per Samperi l’arte è vita, è lavoro, che lui stesso definisce ‘sacro’. Credo che egli lavori più per adempiere a questo rito che per gli esiti economici e sociali della sua attività. Tuttavia non si può correre il rischio di assecondare l’estrema umiltà della sua vocazione. Bruno Samperi è uno dei più valenti e prolifici autori dell’arte messinese del ‘900, ma non è facile dimostrarlo. […] Questa antologica vuole essere un tentativo, la partenza di una conoscenza più sistematica e approfondita di questo autore».
L’esposizione, resa possibile grazie alla partecipazione dei collezionisti dell’arte di Samperi, è composta da ben 220 opere.
Le tele partono dal periodo degli anni Cinquanta fino ad arrivare agli anni Settanta, periodo cruciale quest’ultimo poiché proprio in quegli anni Samperi iniziò una ricerca pittorica dettagliata sulla figura umana.
“Bruno Samperi apprendista artigiano” è l’occasione per constatare che il rapporto di Bruno Samperi con gli oggetti delle sue opere non è stato mai contrassegnato dall’attesa di una certa ispirazione. Tuttalpiù è il confronto a far da padrone.
Lo stesso Samperi afferma che «È l’immagine che mi chiama. Non sono io che voglio ritrarre l’albero. È l’albero che mi dice: ‘diamoci del tu’. Come se fossimo fatti della stessa materia … come se fossimo due fratelli».
[di Ambra Benvenuto]