Cos’hanno in comune Stanley Kubrick, John Lennon, Bob Dylan, Amanda Lear?
Celebre regista newyorkese, Kubrick, e sceneggiatore, scenografo, produttore cinematografico, direttore di fotografia;
Immediatamente associato a capolavori musicali senza tempo, ad una carriera nei Beatles e come solista, è invece John Lennon;
Bob Dylan, cantautore e compositore di testi entrati nella storia soprattutto come inni dei movimenti pacifisti e per i diritti civili, una figura simbolo degli anni ’60 della canzone impegnata e di protesta, le sue ballate erano fortemente evocative e nel 2008 gli hanno attirato il Premio Pulizer “Per il profondo impatto sulla musica popolare e sulla cultura americana, grazie alle liriche composte e alla straordinaria forza poetica dei suo i testi”;
Donna di spettacolo, modella, cantante, doppiatrice, presentatrice televisiva, è invece Amanda Lear, famosa anche per le voci diffuse verso la fine degli anni ’70 sul suo presunto cambio di sesso, voci smentite dalla stessa artista che dichiarò che si era trattato solo di un espediente per attirare curiosità agli inizi della sua carriera.
Eppure qualcosa che intreccia le loro strade c’è, ed è qualcosa che è sottesa alle apparenze. Ognuno di loro è immediatamente noto per quel suo talento che l’ha reso celebre, ma ognuno di loro ha una passione nascosta, o meglio, meno nota: l’arte.
KUBRICK FOTOGRAFO – Dietro la fama di regista di capolavori come Lolita, Arancia Meccanica, Odissea nello spazio, Eyes Wide Shut, il giovanissimo Kubrick sviscerò per anni un altro suo interesse, quello per la fotografia. La sua breve ma eccellente carriera da fotografo iniziò nel 1945 quando con la sua prima fotografia affascinò il mensile newyorkese ‘Look’ tanto da attirarsi l’offerta di una collaborazione con la rivista con l’incarico di fotoreporter.
Dal 1945 al 1953 (anno, quest’ultimo, in cui si lasciò assorbire completamente dall’attività di regista) Kubrick fu un meraviglioso testimone della vita dell’America dell’immediato dopoguerra, infatti nell’obiettivo fotografico di Kubrick New York la fece da ‘padrona’, egli raccontò tutti i ‘retroscena’ di una società in piena evoluzione: una serie di immagini del dietro le quinte di un circo, l’avventura delle prime star della televisione, il mondo del pugilato, una serie di ritratti di attori, musicisti, campioni di boxe, artisti del circo ripresi nei loro momenti più quotidiani, e tanto altro.
La maggior parte dei negativi sono custoditi dal Look Magazine di New York.
JOHN LENNON DISEGNATORE, VIDEO ARTISTA, INCISORE – Questi gli altri ‘doni’ del poliedrico repertorio creativo di Lennon.
Tema cardine nella vita e nella carriera del cantante è l’Amore. Egli difatti deve il suo ‘essere’ ed il suo ‘fare’ alla sua musa e compagna di vita Yoko Ono, una coppia che ha fatto arte e che è diventata essa stessa arte, difatti tra i lavori artistici della ‘star’ particolare rilievo hanno i video che realizzò in coppia alla fine degli anni ’60 ed inizio ’70 come ad esempio ‘Smile’, ‘Fly’, ‘Up your legs’, oppure ‘Bag One’ una cartella contenente 14 litografie pensate dall’artista come regalo di nozze per la sua amata che raccontano i momenti più significativi della loro storia: il matrimonio, la vita insieme, l’intensa passione, quest’ultime stampe venate di totalizzante erotismo.
BOB DYLAN PITTORE – Una delle più importanti pop star degli ultimi 50 anni, l’artista statunitense fu anche un talentuoso disegnatore, le sue opere riecheggiano delle stesse atmosfere evocative delle sue canzoni. Egli realizzava dipinti a partire da fotografie, altri nascevano durante le sue passeggiate cittadine. Molte sue tele sono quasi una narrazione personale, dove ogni immagine vive tra sogno e realtà, e raccontano la vita della New Orleans degli anni 40 e 50, cortili, locali Jazz, figure di donne, feste in maschera, volti di musicisti, scene talvolta d’amore talvolta di violenza, atmosfere talvolta losche talvolta misteriose, proprio come la New Orleans vissuta dall’artista durate i suoi soggiorni in questa città che gli ha fatto da musa.
Dylan disegna fin da quando era molto giovane e delle sue storie raccontate su tela come artista visivo afferma «Quando dipingo mi sento come un sarto che fa un vestito a qualcuno, dipingo per la gente».
AMANDA LEAR PITTRICE – È un lato insolito, quanto altrettanto degno di nota, quello della vip pittrice. Non nuova nel mondo dell’arte poiché fu la musa del grande artista catalano Salvador Dalì. Da quel terreno a lei già familiare, si mette alla prova e racconta «La pittura è una cosa molto più personale, non è un lavoro di gruppo: fai un disco e c’è un team. Ci sono i musicisti, i produttori… Con la pittura è diverso, sei tu sola davanti alla tua tela… è un po’ come far leggere il tuo diario personale…».
Paesaggi onirici, ritratti, tele comunicative che escono dagli schemi tradizionali e vanno a creare una sorta di parallelismo con la vita stessa di Amanda, i soggetti delle sue opere sembrano infatti venir fuori dalla sua personale ‘visione’ del mondo. La sua favorita fonte di ispirazione è la stessa arte, ma quella mitologica, greca, i personaggi dei quadri di Amanda Lear sono la rielaborazione diretta di quelli della cultura classica, una passione per il mitologico che la Lear associa agli insegnamenti di Dalì, oltre che al suo stesso ‘sentire’, «…oggi mi sembra che l’ispirazione dei pittori sia meno verso i grandi miti… io mi sento mediterranea, adoro la Grecia». Tele che oltre a lasciar ‘leggere’ un capitolo importante dell’anima di Amanda Lear, forniscono anche una testimonianza dell’arte delle origini attraverso le sue reinterpretazioni.
Ma loro sono solo alcune delle personalità creative dalle molteplici sfumature, perché in fondo l’arte è un modo di essere e il suo esprimersi ha mille strade oltre quella a ciascuno più rappresentativa.
[di Magdalena Sanges]