Il governo voleva costruire un monumento di commemorazione delle 77 vittime di un doppio attentato del luglio 2011 ma le comunità locali hanno rifiutato, l’arte per i norvegesi è cosa privata
Nel luglio di cinque anni fa in Norvegia esplose una serie di gravi atti di terrorismo. Un estremista della destra ipercattolica, Anders Breivik, prima piazzò una bomba davanti alla sede del Governo, a Oslo, poi si spostò nell’isola di Utøya, dove con fucile alla mano pose fine alla vita di 69 giovani che stavano partecipando al campeggio estivo del partito laburista norvegese. Risultato di questa giornata funerea per la storia della Norvegia furono 77 vittime innocenti. L’immenso cordoglio e il lutto a seguito di quelle stragi portò alla decisione di erigere dei memoriali nei luoghi delle stragi quali monumenti nazionali di lutto verso quelle vite spezzate dal fanatismo ipercattolico dell’ultradestra. Per la realizzazione di tale monumento fu proclamato un bando internazionale che fu vinto dall’artista Jonas Dahlberg. I tre monumenti commemorativi, denominati Memory wound, Time and movement, Dialogue for the future, avrebbero dovuto essere eretti il primo nella penisola di Sørbråten, di fronte l’isola di Utøya, il secondo nel comune di Hole, oltre a un’opera temporanea a Oslo.
Dahlberg propose per il monumento la rappresentazione della ferita inferta dai raid attraverso una fenditura incisa nel paesaggio; in un percorso di circa dieci minuti nel bosco con accesso a un tunnel finale con affaccio su un canale d’acqua, un promontorio creato artificialmente dalla detta fenditura in cui leggere i nomi dei caduti, incisi nella pietra; la pietra scavata a Sørbråten sarebbe stata poi esposta a Oslo. Jørn Øverby, del partito conservatore locale si è fatto portavoce di ventidue residenti di Sørbråten, che hanno fatto sapere di aver intrapreso vie legali al fine di bloccare i lavori perché l’opera genererebbe “conseguenze psicosociali e deturpazione del paesaggio”. Da ciò ne è scaturito un dibattito infinito che ha praticamente fermato i lavori con buona pace dei parenti delle vittime che invece caldeggiavano il rispetto della memoria dei propri cari scomparsi. A nulla sono bastati né il tentativo di ridisegnare il progetto insieme ai cittadini, né quello di provare ad andare comunque avanti con i lavori su cui gli abitanti di Hole non sembravano voler tornare su.
Non è questo il primo dei casi in Norvegia in cui i territori e gli abitanti locali si oppongono alla costruzione di opere d’arte pubblica e mostrano repulsione per la costruzione di monumenti contemporanei. A nulla bastano le scuole e gli esempi dati in tal senso dalle mostre d’arte in giro per il paese, la concezione norvegese dell’arte è quella di arte ad uso privato come dimostrano statistiche in numeri, il pubblico si occupi d’altro anche se c’è da commemorare 77 vittime del fanatismo di destra.
[di Marco Coppola]