L’architetto Renato Bazzoni immortala l’Italia rurale ed il percorso verso l’industrializzazione. 300 fotografie in mostra per rivelare la trasformazione ed un concorso dove tutti possono raccontare la propria visione del Paese.
Com’era l’Italia prima di diventare un paese industriale?
Ce lo racconta Renato Bazzoni, architetto, ambientalista, filantropo, ma soprattutto fondatore del FAI, attraverso i suoi scatti fotografici. Fino al 1 marzo 2015 Bazzoni è il protagonista della mostra dal titolo “Conoscere e amare L’Italia: le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni” fruibile presso La Cavallerizza di Milano, sede operativa del FAI – Fondo Ambiente Italiano.
L’iniziativa, a cura di Alberto Saibene, è una vera e propria mappa fotografica dell’Italia di ‘prima’. La mostra ripercorre le tappe di quell’Italia che da paese agricolo diviene un paese industriale e post-industriale, oltre ad essere un’occasione per onorare il ricordo di Bazzoni, dagli anni ’50 in prima linea per la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano.
La rassegna è divisa in sei sezioni e raccoglie 300 scatti realizzati nel periodo in cui l’architetto milanese, famoso per aver operato durante il boom economico, andò in giro per ‘lo Stivale’ con la sua macchina fotografica a scattare immagini che immortalavano l’Italia rurale, sua grande passione, e dunque le trasformazioni del paese che si avviava verso l’industrializzazione. Nell’album, fattorie fortificate, pievi medievali, cascine ottocentesche sono in ‘dialogo’ con costruzioni regionali quali baite alpine, trulli cilentini, tholos molisani e tanto altro.
PRIMA SEZIONE – Dedicata all’Architettura spontanea e rustica dell’Italia.
SECONDA SEZIONE – Relativa alle alluvioni di Firenze e di gran parte del Veneto nel 1966. Quel disastro naturale stimolò l’indagine e confluì nella mostra “Italia da salvare”, un progetto che vide l’accanita partecipazione di Bazzoni e per la prima volta sensibilizzava l’opinione pubblica sui dissesti ambientali.
TERZA SEZIONE – Affronta il tema del fragile habitat di Venezia e della Laguna, territorio che secondo Bazzoni non era sufficientemente salvaguardato.
QUARTA SEZIONE – Intitolata Tutti al mare, è costituita da scatti aerei che testimoniano come, nel periodo del boom economico, le costruzioni edilizie iniziassero a deturpare le zone costiere dell’Italia. La quarta sezione fa luce anche sulla nascita del turismo di massa.
QUINTA SEZIONE – Titolata Nel solco di Romolo: leggere il territorio propone una lettura della storia dell’uomo attraverso il paesaggio.
SESTA SEZIONE – Dal titolo Verde Lombardia, riporta tutto ad una questione sentimentale, perché sebbene Bazzoni avesse visitato ogni regione d’Italia, la Lombardia resta la terra del suo cuore.
Affinché la mostra coinvolga attivamente tutti, il FAI promuove l’iniziativa “Tu come la vedi?”. Si tratta di un concorso fotografico che dà la possibilità agli spettatori di dire la propria: di sottolineare le bellezze dell’Italia o di denunciarne l’incuria. Come? Inviando a www.mostrabazzoni.it i propri scatti che raccontano un’Italia che emoziona positivamente oppure un’Italia che rattrista. Le immagini verranno pubblicate dal FAI nella gallery del sito della rassegna.
[di Redazione]