Un grande artista è colui che lascia tracce di sé nella storia, non solo a lui contemporanea ma a lui postuma, un genio è colui che, come una scoperta inesauribile, non smette mai di sorprendere.
Leonardo da Vinci, a quasi cinque secoli dalla sua morte, continua a far parlare di sé come uno stimolante rompicapo alla cui soluzione si aggiungono continuamente nuovi elementi. Ernesto Solari, artista, studioso, nonché appassionato ‘interpretatore’ delle opere d’arte dei grandi maestri del Rinascimento, in particolare di Leonardo, da pochi giorni ha presentato le sue ultime scoperte relative ad inediti leonardeschi di fondamentale rilevanza, in un appuntamento tenutosi presso la Biblioteca Comunale di Como. L’incontro ha affiancato la mostra titolata “I viaggi dell’anima”, un percorso dedicato al complesso mondo mentale ed artistico di Solari che si muove per dar voce agli interrogativi dell’anima, e che consta di un centinaio di opere dello studioso fruibili ancora per un paio di giorni presso Palazzo del Broletto di Como.
I DUE INEDITI ATTRIBUITI A LEONARDO DA VINCI – Il primo è un disegno che Solari ritiene sia l’originale leonardesco della celebre Testa di fanciulla conservata agli Uffizi, stessa espressività, stesse proporzioni, da essa si differenzia soltanto per alcuni dettagli: il ‘nuovo’ disegno presenta il volto della donna voltato a destra ed è realizzato con carbone e/o grafite su carta di cotone incollata su un cartoncino bianco, probabilmente è stato eseguito da un mancino; la Testa di fanciulla degli Uffizi è stata al contrario disegnata da una mano destra, il volto femminile è ruotato verso sinistra, realizzata a penna con acquerellature marroncine, biacca e matita nera su carta. Grazie agli esami effettuati, tra i quali quello al radiocarbonio14, si è escluso che il disegno di recente scoperta sia un falso moderno, è piuttosto databile ad un periodo vicino al 1500; altro particolare dettaglio è la presenza inusuale sulla superficie del disegno di alcune tracce di elementi come polveri chimiche, gli stessi ritrovati spesso su diversi disegni di Leonardo a Widsor, sono elementi che se diffusi in un ambiente come uno studio, una bottega, si depositano sulle superfici come fanno polveri, pollini, questo è un ulteriore elemento che conferma, per Solari, la paternità vinciana del disegno, o quantomeno l’appartenenza alla sua scuola, magari è di un suo allievo.
Ma l’eclettico Da Vinci fu anche uno scultore, sebbene la caccia ad una scultura di Leonardo dura da tempo. È proprio una scultura il secondo stupefacente ritrovamento, si tratta così di un capolavoro assoluto: una magnifica terracotta, probabilmente la prima, e l’unica (chissà!), attribuibile all’ingegnoso Maestro. La scultura raffigura un Cristo fanciullo. Per la bellezza dell’opera, il carattere, lo stile, e la coerenza dei diversi esami effettuati, l’attribuzione a Leonardo risulta pressocché certa.
Durante l’incontro Solari ha presentato le immagini, mostrato i risultati delle ‘ultimissime’ scoperte, non meno sensazionali delle precedenti come la Sant’Anna e il ritratto di Isabella d’Este ritrovato dallo stesso studioso tre anni fa in Svizzera.
Tra obiezioni e conferme vero è che certe genialità hanno in sé l’essenza dell’infinito.