Le performance di Laurie Anderson sono caratterizzate da suoni unici: i filtri li crea lei
Laura Phillips Anderson, nota come Laurie Anderson è un’eclettica artista statunitense: oltre ad essere una performance artist, è musicista, scrittrice e, come lei stessa ama definirsi, una narratrice di storie.
Originaria dell’Illinois, ha frequentato la Glenbarg West High School e ha frequentato il Mills College e il Barnard College in California e la Columbia University. Inoltre, è membro del prestigioso club “Phi Beta Kappa”.
Le sue performance più famose hanno una forte componente musicale. La sua prima performance in assoluto è stata una sinfonia di clacson.
Il 1970 è l’anno di una delle sue performance più famose, “Duets on Ice”, in cui lei stessa suonava un violino indossando dei pattini le cui lame erano incastrate in due blocchi di ghiaccio: la Anderson continuava a suonare fin quanto riusciva a reggersi in piedi.
Un’altra performance celebre è “America I-IV”. Della durata di ben otto ore, l’esibizione includeva composizioni con strumenti inventati dall’artista, animazioni e letture. La performance è diventata successivamente un box di album della durata di sette ore.
Le performance di Laurie Anderson incuriosiscono anche per la presenza di strumenti musicali da lei stessa inventati. Famoso è il violino “tape-bow”: modificando il violino con del nastro magnetico, la Anderson è in grado di modificare i suoni. È ciò che accade nel film “Home of the Brave”, in cui la Anderson manipola una frase registrata da William S. Burroughs, con il quale ha collaborato più volte.
Oppure il “talking stick”, strumento in grado di ripetere determinati suoni e di scomporli in piccolissimi segmenti, grazie ai principi della sintesi granulare.
Nella produzione della Anderson non mancano i filtri per modificare la voce nei modi più svariati: da quelli per ottenere una voce più mascolina ad altri che rendono la voce ‘da documentario’.
[di Ambra Benvenuto]