Continua l’opera iconoclasta dei terroristi Isis. Questa volta a subire violenza è la città archeologica di Nimrud, prezioso gioiello dell’era assira, rasa al suolo con dei bulldozer.
Tra i primi capitoli dei libri di storia ci sono le civiltà del vicino oriente. Quella terra compresa tra il Tigri e l’Eufrate, la Mesopotamia, è la più antica testimonianza di civiltà organizzata, la prima addirittura ad esprimersi utilizzando la scrittura.
La storia di quella “mezzaluna fertile”, il primo ricordo di ogni alunno, è stato violato.
Il ministero del Turismo di Baghdad tramite social network rende noto che i miliziani del gruppo terroristico dell’Isis hanno sferrato un nuovo attacco alla cultura mondiale radendo al suolo con dei bulldozer monumenti e rovine di Nimrud, prezioso gioiello dell’era assira.
Questo ennesimo atto di barbarie avviene dopo svariati episodi tra i quali: il bombardamento e l’incendio della biblioteca di Mosul contenente rari libri e manoscritti o la distruzione a colpi di piccone delle opere d’arte contenute nel museo.
«Questo atto criminale non solo deruba una società del suo futuro, ma ne vuole cancellare anche il passato, e così facendo ne annulla il carattere, la cultura, l’educazione», queste le parole di Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, espresse in occasione degli scorsi episodi di violenza e purtroppo ancora attinenti.
[di Redazione]