Ma che ci importa dei fuochi d’artificio, tutti quei rumori, tutta la gente, gli eventi finto-esilaranti, i cappellini, la musica e i bei vestiti, i bambini che credono di divertirsi per poi svegliarsi in ospedale con qualche dita in meno ma almeno grazie al cielo danno un po’ di lavoro a medici e giornalisti, della tv di quel mezzo nero di merda di Carlo Conti, e del countdown angosciante di qualche buffone povero infelice che stappa bottiglie in piazze strapiene di gente mezza stupefatta per niente stupefacente, delle famiglie che tutto l’anno nun se parlano tra loro e poi il 31 fanno ‘il cenone’, delle risate ebeti delle comitive di amici che giocano a tombola, quasi tutti single oppure in coppia, coppie comuni che non fanno la differenza sebbene si dicano ‘ti amo’, dei ridicoli “alternativi” che pur di non sembrare “omologati” preferiscono fare finta che il 31 sia un giorno come gli altri e se ne restano dove stanno sempre a fare solo cose “tranquille”, di quelli che si devono superare a tutti i costi perchè “è capodanno”, o di quegli adolescenti di 30 anni che non sono mai stati ‘nessuno’ in modo da potersi fottere ‘chiunque’, credendosi ‘fichi’ o peggio ancora ‘contenti’, consapevolmente inconsapevoli di essersi solo fottuti il cervello e la rara possibilità di essere felici…
Che ci importa se tutti dicono che domani è gennaio e a gennaio è un nuovo anno, quando poi effettivamente la sensazione di un nuovo ciclo per me è sempre stato settembre… ma che ci importa?
Finchè abbiamo un grande Amore, una casa, un tavolino a lume di candela, un piumone, un’alba che dal letto ci ricordi che “Cazzo, amore, è l’alba!”.