Profilo d’artista: l’altro lato di Massimiliano Agati, il batterista di Marco Masini
«E’ l’emozione il ricordo più bello che ho delle mie fotografie, la stessa di sempre peraltro. La fotografia non vive solo di risultati, ma dei momenti in cui ti sei impegnato per ottenerli. Proprio come la musica».
Fotografia e musica, due delle infinite strade dell’arte, spesso parallele ma che si intrecciano nella creatività di Massimiliano Agati. Batterista, polistrumentista, programmatore genovese, classe ’66, fin da piccolissimo asseconda la sua inclinazione per la musica, ad oggi vanta svariate collaborazioni con produttori e artisti del calibro di Marco Masini, Patty Pravo, Umberto Tozzi, Anna Oxa, Fabrizio Moro, Giancarlo Bigazzi, Fiordaliso, e tanti altri.
Ma come per ogni mente artistica, sebbene i gusti ed il talento diano una direzione privilegiata piuttosto che un’altra, la ricerca d’espressione è infinita:
«Ho scoperto la passione per la fotografia da ‘molto’ adulto –afferma Agati con l’ironia che lo contraddistingue- pur avendo sempre avuto in borsa una compatta. Un paio di anni fa comprai una reflex per girarci un video, studiandola ho ‘visto’ il mondo meraviglioso al quale avrei potuto dedicarmi»,
praticamente autodidatta, l’eclettico artista racconta il rispetto con il quale osserva, ammira e trae insegnamento dai «fotografi bravissimi»,
lo stesso rispetto con il quale approccia ad una realtà complicata come quella della fotografia siccome:
«E’ molto difficile replicare con una fotocamera ciò che l’occhio umano vede, e soprattutto ciò che il tuo cervello recepisce, per cui a volte si sviluppano delusioni, altre volte invece scenari che non ti aspettavi», spiega.
L’obiettivo fotografico è di focalizzare l’attenzione, di osservare i dettagli, che siano di persone, paesaggi, architetture, con quella meraviglia di una continua scoperta, lontano dall’assuefazione alla quale molti si arrendono.
I soggetti delle fotografie del creativo sono svariati, da romantici frammenti di paesaggi naturali, a riflessivi scenari cittadini, da oggetti che paiono avere un’anima, a persone assorte nei loro gesti più comuni, a coppie di innamorati la cui arte sembra essere il loro amore; insomma tutto ciò che semplicemente cattura e stimola le sue sensazioni, magari durante una delle sue lunghe camminate ispiratrici, dove tempo e fatica non esistono, proprio come succede solo a chi è guidato dall’amore.
Particolari sono gli scatti di situazioni e ambientazioni quotidiane, ma questo non fa dei suoi lavori qualcosa di convenzionale, perché le sue percezioni sembrano ‘catturare’ un ‘mistero’, quello che c’è oltre anche l’immagine più comune, ed è estetizzando quel ‘segreto’ che ogni scatto diventa insolito, e comunicativo. Perché spesso l’arte è negli occhi e nelle ‘mani’ di chi guarda e sa renderla visibile anche agli altri.
Colori brillanti, suggestivi, al limite del surreale, al punto che somigliano non alla realtà così come la si vede, ma forse alla sua atmosfera, quella che c’è in certi mondi che sembrano favolosi, tali perché è l’atmosfera che li riempie ad essere magica.
«Il difficile non è fare la fotografia… ma ‘vederla’! –racconta Massimiliano- Saranno sempre di più le fotografie non ‘viste’ di quelle effettivamente scattate».
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[di Flavia Tartaglia]