Mi piace un sacco questa cosa del “tirare le somme”. Quell’ordine mentale che si fa a capodanno… quest’anno ho fatto, quest’anno mi è mancato, quest’anno…
Io lo faccio anche in estate, quando torno nello stesso posto di tutte le mie estati.
D’anno in anno… direttamente… tipo il “12 mesi dopo” dei film.
Se l’anno prima in quel posto ci sono stata con una qualche mancanza e l’anno dopo ci torno completa, se l’anno prima ero completa e l’anno dopo ci torno che ho perso. Se l’anno prima ci sono stata che avevo dei sogni e l’anno dopo ci torno che si sono avverati.
Giorno per giorno le cose accadono e non c’è impatto, come quando un bimbo cresce e tu lo vedi giorno per giorno, non ti rendi conto dei cambiamenti, ma se lo vedessi un anno e poi mai più se non l’anno dopo, dopo un anno, l’impatto di ciò che è accaduto, di ciò che è cambiato, è visibile, è forte.
Io andrei in quel posto anche solo per questo, per l’impatto forte.
Per toccare il Movimento.
Quell’attimo di vertigine tra lo stomaco e la gola.
Per giocare ancora, promettere che poi l’anno prossimo io sarò… io farò…