Mi riempiono di tristezza le persone che frequentano qualcuno. Non i ragazzini, che da una frequentazione può nascere il grande amore, ma le persone adulte, perché le persone adulte che frequentano qualcuno… o sono state sfortunate e non hanno mai trovato il grande amore, o non lo hanno mai voluto. Mi fanno un’immensa tristezza, sì, tristezza. Perché le vedo evanescenti, senza contorni, non hanno segni, marchi, appartenenza, non hanno stanze segrete ed inviolabili, non hanno confini, frontiere, dogane, non hanno limiti. Non hanno un cuore né pieno né spezzato. E non c’è niente di più vero e intenso di una persona col cuore pieno di un grande amore trovato e convolato, o di una persona col cuore spezzato, vissuto dal dolore perché abitato da un grande sentimento.
Profumano di esclusività.
Mi piace tanto guardare gli occhi di una persona che Ama chi l’Ama, e s’innamora inevitabilmente ogni giorno da anni di quello stesso amore, mi piace entrare in queste vite come in quelle delle persone distrutte dall’amore, mi piace guardare gli occhi di una persona che non frequenta più nessuno, che non offre un caffè e non fa sesso.
Perché queste persone hanno un’esperienza troppo gloriosa ed un’epoca d’oro è già storia, non ne vive altre. Entrare nelle esistenze di persone Felici per me è come andare al mare prismatico di marzo; entrare nelle esistenze di persone Devastate per me è come passeggiare in quella che fu l’arena del Colosseo o lungo quello che fu il peripateo dove Aristotele pensava.
Queste vite mi piacciono più di quanto mi piaccia avere le tasche piene o la mente che, ingombra, martella tremila costruzioni al secondo.