Ciò che angoscia la nostra contemporaneità è oggetto di parecchie riflessioni da parte del mondo dell’arte. Rovine di città perdute, disastri naturali, inquinamento, impatto ambientale devastante, diventano fonte di ispirazione per l’occhio interiore di Giacomo Costa, artista, fotografo italiano. Noto per le sue ricerche artistiche sulla realtà circostante, il fotografo toscano è attivo da decenni nell’ambito dell’arte fotografica, fino a giungere di recente, negli ultimi tre anni, ad una significativa notorietà internazionale. La peculiarità della sua arte è il particolarissimo uso delle tecnologie digitali con le quali ‘ridisegna’ le sue opere fotografiche; a partire dal 1999, infatti, si eleva dalla fotografia tradizionale per dedicarsi all’impiego del 3D, e degli stessi strumenti usati per gli affetti speciali del cinema, ma la differenza esilarante è la perfetta interazione tra l’impiego di base delle fotografie, che assicura un effetto realistico, e la loro elaborazione con il sapiente uso dei supporti digitali che ne producono un risultato dal sapore surrealistico, ed apprezzabilmente complesso.
Le straordinarie vedute di Costa sono paesaggi naturali e urbani dettagliatissimi, quasi fantascientifici, contraddistinti da luci, colori, giochi di tonalità, opere realizzate in grandi dimensioni che, probabilmente anche in virtù del loro formato, hanno un forte potere suggestivo, giocano sull’ambiguità delle apparenze, ma la talentuosa capacità di ‘assemblaggio’ figlia del genio dell’artista, rende ‘mondi impossibili’, chiaramente artificiali, paradossalmente ‘mondi possibili’, soprattutto di forte impatto visivo.
[di Magdalena Sanges]