Fiorella Ilario lancia una provocazione attraverso 10 fotografie
Fino al 12 gennaio è possibile ammirare, presso “La Corte Arte Contemporanea” di Firenze l’ultimo progetto di Fiorella Ilario, “Names – Nomi”.
“Names” è stato inizialmente realizzato in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Circa due mesi dopo, “Names” è stata esposta presso la Corte Arte Contemporanea, dove le opere visibili trattano, più in generale, di quel tipo di violenza che non sempre è visibile.
Fiorella Ilario lancia non solo una provocazione, ma obbliga gli spettatori a posare lo sguardo su una questione che esige delle risposte. In che modo? Tramite dieci fotografie.
All’inizio dell’esposizione sono posti due scatti: nel primo è ritratta una figura femminile in un ambiente ed è quasi completamente coperta da un velo; nel secondo, l’immagine è quasi la medesima, eccetto che per un movimento del velo. Gli scatti successivi mostrano sempre piccole variazioni della foto precedente.
Ciò che Fiorella Ilario intende comunicare con questa sequenza di fotografie, “modifiche dell’uguale”, è la perdita di fisionomia. Ad ogni scatto è affidato il nome di una donna, da qui il titolo del progetto “Names”, ma non c’è alcun elemento che riempia tale nome di personalità. I lineamenti, le sembianze e le caratteristiche di ogni donna che ha subìto violenza non sono visibili, di lei resta solo un nome, svuotato di identità.
[di Ambra Benvenuto]