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Articolo di DANIELE DE FALCO
Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è… nudo! La nudità è espressione di verità, la realtà nascosta dietro un abito che funge da maschera e cela i difetti e i complessi tipici dell’essere umano.
Londra si interessa al tema e, presso la Courtaud Gallery, dedica una mostra, fruibile ancora fino al 18 gennaio, al celebre pittore austriaco Egon Schiele, figlio del filone espressionista e originario di Vienna, il suo operato avviene durante la Secessione Viennese dove matura un altro grande esponente della cultura europea e padre della psicanalisi tale Sigmund Freud.
Schiele si concentra principalmente sulla figura femminile. Nei suoi dipinti appaiono per la maggior parte donne in primo piano, il gioco di colori rappresenta un forte messaggio psicologico espresso anche tramite quello del corpo e la sua deformazione è di tipica impronta espressionista. Un altro importante requisito di tali opere è, per l’appunto, la nudità che l’ artista propone in contraddizione con il filone tradizionale, per Schiele nudità è sinonimo libertà, quella libertà che la donna, repressa da secoli a causa della civiltà, non aveva mai conosciuto. Le opere dell’artista vengono contrassegnate come scandalose, ma spesso e volentieri scandaloso è sinonimo di rivoluzionario, di nuovo e di apprezzabile.
Purtroppo il suo successo ha avuto inizio solamente negli anni settanta, ma non si può di certo considerare un artista del calibro di Egon Schiele come inattuale. Nonostante abbia operato all’incirca un secolo fa, si dimostra davvero fuori dagli schemi poiché trasmette con la sua arte temi di infinita importanza.
[di Daniele De Falco]