Ombretta Calco per la seconda fermata di A volte ritornano
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Ombretta Calco è la seconda proposta di Ente Teatro Cronaca per la sua rassegna: riportare in scena quegli spettacoli di successo che, programmati per breve tempo nei teatri napoletani, o sono sfuggiti o semplicemente si ha il piacere di andare a rivedere. La rassegna ha il puntuale titolo di “A volte ritornano” ed è composta da quattro spettacoli che ritmano la primavera del teatro Sannazzaro di via Chiaia.
La storia mette insieme pezzi di vita di chi vive dimenticato tra gli ultimi, quale tentativo di dare voce a chi viene solitamente ignorato nella frenesia di una domanda non fatta, di un aiuto non dato. Il racconto dello stesso autore parte da una nota biografica, da un’ambulanza che riparte a sirene spente, portando via il corpo senza vita di una donna trovata morta sopra una panchina. La drammaticità dell’evento offre lo spunto per dare corpo ad Ombretta Calco, la cui stesura inizia quando una situazione simile non si chiude nella tragicità della morte ma in un saluto scambiato.
“Ombretta sta facendo un viaggio. Il viaggio più importante della sua vita. Un viaggio fuori dai vincoli imposti dal tempo e dallo spazio. Mentre procede senza soluzione di continuità, nel passare in rassegna i momenti più significativi della sua esistenza, ne comprende il senso” – con queste parole Peppino Mazzotta guida il pubblico ad entrare nella storia di Ombretta Calco.
Dal 6 all’8 aprile Ombretta Calco – testo di Sergio Pierattini per la regia di Peppino Mazzotta – va in scena per la recitazione di Milvia Marigliano che farà viaggiare il personaggio di Ombretta tra le suggestive scene curate da Roberto Crea, mentre i costumi sono quelli di Rita Zangari. Tutta la messa in scena viene allestita da diverse figure professionali divise tra la scenotecnica – Angelo Gallo, il disegno delle luci – Paolo Carbone, mentre il tecnico delle luci in sala è Antonio Molinario. L’organizzazione e la distribuzione dello spettacolo è a cura di Officine Vonnegut, per la produzione di Rossosimona.
[Antonio Mastrogiacomo]