FOTO GALLERY ©“Paolo Veronese. L’illusione della realtà”, clicca per ingrandire
Articolo di ENRICO MERCADANTE
“We all go back to where we belong” (“Tutti torniamo nel posto a cui apparteniamo”), così cantava Michael Stipe con i suoi R.E.M..
E adesso finalmente, dopo ventisei lunghi anni (era il lontano 1988 quando nel capoluogo veneto fu allestita, presso il suggestivo Museo di Castelvecchio, la rassegna Veronese e Verona), Paolo Caliari detto il “Veronese” torna nel luogo che gli diede i natali nel 1528.
La sede, scelta da Paola Marini (curatrice della mostra) e Bernard Aikema, è il Palazzo della Gran Guardia, una decisione che vuole maggiormente enfatizzare l’onda d’urto di questo glorioso ritorno: da un lato della meravigliosa Piazza Bra la celeberrima e fotografatissima Arena, con il suo glorioso e sanguinolento passato romano, il suo presente di cultura e concerti e la sua imponenza monumentale, dall’altro lato la maestosità del Veronese con la sua pittura, che potremmo definire ‘architettonica’, che stupisce e incanta, ti fa guardare in alto e fa sentire sovrastati dalle sue figure enormi e poderose, i colori riempiono le stanze del palazzo e gli occhi dell’osservatore che, affascinato, si aggira tra i marmi candidi e le enormi tele come alla scoperta di un mondo nuovo, e tra le oltre 100 opere, provenienti da tutto il mondo (da Dresda a Firenze e da Londra a New York) ha come l’impressione di essere tornato bambino, quando tutto era più grande e sconosciuto, il Veronese, con la sua abilità, crea mondi, passaggi segreti, personaggi epici, sacri e profani per accompagnarci.
Questo artista riesce a racchiudere nei suoi lavori quella che è la quintessenza della pittura veneta: diventa pittore grazie agli insegnamenti di Paolo Antonio Badile, Battista Zelotti e del Bruciasorci, inoltre è contemporaneo di Tiziano e del Tintoretto e assorbe quelli che sono gli influssi correggeschi e parmigianeschi. Ma, allo stesso tempo, con il suo cromatismo così chiaro e limpido, con contorni definiti e essendosi lasciato alle spalle la tecnica della velatura rinascimentale, il Veronese si riaggancia alla pittura dell’Italia centrale.
La mostra, titolata “Paolo Veronese. L’illusione della realtà”, divisa in sei sezioni espositive (dalla formazione veronese ai rapporti con la committenza fino al ruolo della religiosità) ci presenta, ancora fino al 5 ottobre, il suo prestigioso concittadino a 360 gradi, regalandogli una vetrina d’eccezione.
Paolo Veronese, quindi, torna finalmente a casa e se è vero, come scrisse William Shakespeare che “non c’è mondo aldilà delle mure di Verona“, sicuramente, al loro interno, è rappresentata la bellezza che solo i grandi artisti riescono a trasmetterci.
[di Enrico Mercadante]