Se un soffio avesse una forma, quale sarebbe? E se fosse tangibile, che materia si avvertirebbe al tatto?
Silvia Fiorentino, artista milanese ma anconitana di adozione, dalla complessità della sua mente artistica (suo più personale ‘laboratorio’) sembra catturare il ‘soffio’ dandogli un corpo. “Percepire il soffio” è difatti il titolo della mostra che raccoglie circa 30 creazioni della Fiorentino, opere, tra istallazioni, sculture, pitture, disegni, audio testi, realizzate negli ultimi 14 anni, insieme a vari lavori pensati appositamente per l’attuale rassegna. L’artista dichiara di nutrire un amore maggiore per il procedimento creativo piuttosto che per l’oggetto in sé dunque il risultato, per questo motivo i suoi lavori, fortemente interiorizzati, suscitano un’intrigante e stimolante interpretazione.
“Percepire il soffio”, fruibile ancora fino al 7 settembre, non poteva trovare migliore location del Museo Tattile Omero di Ancona. Il Museo, sito presso la Mole Vanvitelliana ed istituito nel 1993 su ispirazione dell’Unione Italiana Ciechi, è stato dichiarato “Unico a livello Nazionale”, poiché la sua finalità è proprio quella che in tutti gli altri Musei viene vietata: toccare le opere d’arte, è difatti l’osservazione tattile il principale canale di conoscenza del Museo Omero, il quale offre un’indagine ed un’accessibilità artistica ‘senza barriere’ e percepita attraverso le suggestioni plurisensoriali extra visive.
«Vi è una sospensione vitale nell’opera di Silvia Fiorentino, una forma di silenzio che lascia intuire la parola, qualcosa che non ha ancora una definizione ma potrebbe averla da un momento all’altro come potenzialità sospesa. Mostrare il corpo senza rappresentarlo, soffiare la parola senza costruire un linguaggio, suggerire il primitivo con un’arte colta ed evoluta, sposare la parola al segno unendo materiale e immateriale: alcune polarità dell’arte di Silvia Fiorentino sono queste», racconta Valerio Dehò, critico, storico nonché curatore della mostra, mentre l’allestimento è a cura della stessa artista con l’ausilio di Alessandro Cagnolati e Manrico Rocchi.
L’esposizione è inserita nel calendario della rassegna culturale estiva a cadenza annuale “Sensi d’estate” che, giunta alla XIII edizione, propone come di consueto diversi appuntamenti ‘multisensoriali’ di arte, teatro, musica, odori, sapori.
[di Redazione]
Pensiero di Giovanni Postiglione: Il soffio, la parola senza corpo, l’alito creatore… sono dimensioni quasi “divine”. Ancora una volta, vince il concetto dell’arte come esperienza mentale, spirituale, non come semplice “manualità”.