La Cineteca di Bologna riaccende i riflettori sulla perduta arte della cartellonistica
Dai primi del ‘900 fino all’avvento della fotografia e del computer, i manifesti cinematografici costituivano una vera e propria arte.
Le locandine erano l’unico strumento pubblicitario a cui le case di distribuzione cinematografica si affidavano.
Dietro ad ogni manifesto c’era un grande autore, un pittore di professione capace di fondere in un’unica ‘affiche’ illustrazioni, titoli, montaggio di scene e colori. L’abilità dei cartellonisti era tale che con il passare del tempo molti film sono stati dimenticati ma i relativi manifesti pubblicitari si sono sedimentati nell’immaginario collettivo diventando addirittura oggetto di sfrenato collezionismo.
Certi disegni di ‘ieri’ rappresentano un vero e proprio patrimonio artistico-culturale che come tale va ricordato e valorizzato.
“I pittori del cinema” è il progetto con il quale la Cineteca di Bologna riaccende i riflettori sulla perduta arte della cartellonistica e lo fa con una serie di iniziative che prendono il via dalla mostra sulla collezione di locandine conservata presso il suo Archivio della grafica e terminano con gli incontri e le lezioni aperte al pubblico. Si conclude con un premio alla carriera che troverà collocazione nella prossima edizione del festival del Cinema Ritrovato.
Il primo appuntamento è con Silvano Campeggi, detto Nano Campeggi, autore dei manifesti di film ‘storici’ quali Via col vento, La gatta sul tetto che scotta, Ben Hur e Casablanca. Fino alla fine di questa settimana si potranno ammirare ancora i suoi bozzetti.
Seguiranno altri incontri con grandi autori della pittura cinematografica come Nistri, Cesaro, Ciriello, Geleng, Cesselon.
[di Redazione]