Il cantautore più famoso del mondo che ha attraversato con la sua musica la storia del novecento, riceve il premio nobel la letteratura
Proprio nei giorni in cui celebriamo la scomparsa del nobel per la letteratura Dario Fo, un altro grande artista conosciuto alle ampie masse fa capolino nella lista dei grandi insigniti del prestigioso premio, nobel per la letteratura quest’anno va a Bob Dylan. Musicista e poeta, Dylan, ha saputo elaborare e rinnovare il patrimonio della sua enorme conoscenza musicale. Il giudizio per il Nobel è espressione di questo dato: essere riuscito a «creare una nuova espressione poetica nell’ambito della grande canzone americana e nella letteratura mondiale».
Sembrano più d’uno i Bob Dylan che hanno allietato intere generazioni nel corso degli ultimi decenni: dall’autore di brani di protesta nei primi anni ’60 al genio visionario di metà di quel decennio, allo scrittore che narra storie sovvertendo l’ordine costituito delle regole grammaticali e sintattiche. Un eroe del novecento che ha accompagnato intere generazioni e che ancora ieri, dopo la notizia del Nobel, ha visto tanti e tanti ancora ricordarlo come alfiere del movimento pacifista.
Dopo le proteste e l’accensione della miccia del movimento di protesta dei primi anni ’60, si è presto sottratto dal ruolo che quel movimento dilagante spingeva a dargli. Qui il cambio di scena e l’ennesimo stravolgimento del piano, se nel ‘68 le piazze e le università bruciavano, lui sceglieva un basso profilo e un ‘buen retiro’ in campagna scrivendo canzonette bucoliche e testi che lasciavano intuire un approccio critico ed ermetico.
Dylan si inserisce a pieno titolo nell’alveo dei cantautori e scrittori che hanno scelto di essere fedeli a se stessi senza falsità o rincorsa della mode del momento, condivisibile o meno Bob ha fatto della schiettezza e trasparenza il suo marchio di fabbrica. Un artista che non ha mai voluto essere il portavoce di nessuno ma che ha visto negli anni i suoi pezzi girare in lungo e in largo l’intero pianeta e segnare in un senso o nell’altro vite di milioni di uomini.
[di Marco Coppola]