Lemò Negresse in piazza, collaborazione fra l’Intra Moenia, caffè letterario di Napoli sito in piazza Bellini e il gruppo Lemò Negresse
Articolo di FRANCESCA LOMASTO
Grande riuscita per l’evento del 29 settembre organizzato da Luciana Iossa: Lemò Negresse in piazza, collaborazione fra l’Intra Moenia, caffè letterario di Napoli sito in piazza Bellini e il gruppo Lemò Negresse, parole ne(g)re, composto da Annalisa Madonna, Giacomo Pedicini al contrabbasso ed Elisabetta Serio al pianoforte.
Lo scenario non avrebbe potuto essere migliore, gli artisti erano incastonati in una cornice perfetta, quasi bucolica e fuori dal tempo. Il caos tipico della piazza si ritraeva e dava posto a una bolla di pura felicità e musica. A stento ci si tratteneva dal ballare, impossibile era non sorridere, mentre tutto intorno, quasi a ritmo, volteggiavano piatti di cibo e calici di buon vino.
La scaletta era varia, si andava dal cantautorato italiano alla world music, dal rock al jazz, tutto reinterpretato in chiave jazzista e personale. Come specifica Annalisa Madonna, quando i Lemò Negresse s’incontrano arricchiscono il repertorio aggiungendo le proprie nuove scoperte musicali. Pezzo forte è il singolo “Africa”, brano scritto da Elisabetta Serio con un testo di Giulia La Rosa, poetessa catanese, in tre lingue: francese inglese e wolof.
La voglia di sentirsi vicini al pubblico, alla gente, è essenziale. Il piano è posto fra i tavolini, garantendo non solo una buona acustica ma anche un contatto diretto con gli artisti. Gli astanti potevano sentirsi partecipi ed essere fisicamente parte dello spettacolo. Rendere la musica (e di questo livello! N.d.R.) facilmente fruibile è di un’importanza non trascurabile.
La voce polifonica di Annalisa Madonna, capace di replicare tanto un sax quanto una voce maschile, l’entusiasmo contagioso unito alla tecnica magistrale di Elisabetta Serio e la calma abilità di Giacomo Pedicini portano a compiere, a tutti gli effetti, un viaggio. Catapultano in luoghi del mondo di cui abbiamo forse una visione irreale ma che sempre aneliamo di raggiungere, dipingono nettamente dei quadri meravigliosi senza però far astrarre.
Con percorsi artistici ricchi e importanti, suonano quasi ognuno preso dalla musica e sono allo stesso tempo interconnessi incredibilmente fra loro, capendosi all’istante e divertendosi visibilmente. Afferma infatti Elisabetta Serio: «Noi siamo l’alter ego l’una dell’altra, ci capiamo a volo, e non avviene nella musica, avviene senza, poi la musica è la conseguenza dell’incontro di anime».
[di Francesca Lomasto]