Questa è la storia di un desiderio che non è mai mutato nel tempo, quando guardo i palazzi guardo i balconi le finestre e mi basta quella luce interna, intima, e inizio ad immaginare. L’appartamento di una donna lo riconosco subito, mi si attivano le aree del cervello deputate al riconoscimento degli odori e alla percezione tattile, sviluppo una sorta di metacognizione e so ciò che quella donna pensa, sente, crede.
Il divano, il salotto, il gatto che balza elegante, lo specchio, la spazzola tra le calze, il rossetto sulla scrivania, le ferite che asciugano dallo smalto.
La canzone sotto la doccia.
Cosa mi permetteresti, tu?