La volontà di denunciare le ingiustizie è il punto focale delle performance di Coco Fusco
Classe 1969, Juliana Emilia Fusco Miyares, nota nel mondo dell’arte come Coco Fusco, è una performance artist che coniuga diverse discipline nei propri lavori. Tra le tematiche portate più spesso in campo spiccano il rapporto tra la donna e la società, la politica e il razzismo.
Laureata in letteratura, società e semiotica alla Brown University, con un Master of Art in Pensiero Moderno e Letteratura alla Stanford, l’artista ha poi proseguito con un dottorato in Arte e Cultura Visiva alla Middlesex University, in Inghilterra.
Tra le sue performance più celebri spicca “The Last Wish” (L’ultimo desiderio), 1997. Si tratta di una performance site-specific pensata per la Galleria Tejadillo di Cuba a proposito della morte e del rimpatrio dei cubani esiliati. Durante “The Last Wish”, la Fusco giaceva a terra vestita di bianco e circondata da fiori bianchi disposti in forma di rettangolo, intendendo richiamare alla mente una bara.
“Stuff” (1996-1999) è stata una performance svolta con Nao Bustamante a proposito degli stereotipi che collegano le donne Latine e il cibo con il turismo e il consumo in senso sessuale. Per elaborare “Stuff” è stato d’aiuto consultare episodi di cannibalismo nella storia dell’America Latina, così da rappresentare, nell’atto del mangiare, sia un consumo, da parte del resto del mondo, delle risorse dell’America Latina, sia un’analogia tra il mangiare e il sesso.
Tra le collaborazioni di Coco Fusco, quella più longeva è con Ricardo Dominguez, un artista americano con il quale ha trattato tematiche quali la degradazione della donna (in “Dolores from 10 to 10”, 2001), la morte, il sesso, l’arte e l’immigrazione (in “The Incredible Disappearing Woman”, 2003).
[di Ambra Benvenuto]