“Destino”, lo short film animato realizzato da due menti geniali: Salvador Dalì e Walt Disney, rimasto nel cassetto per 50 anni ora è stato prodotto.
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Se i disillusi ritengono che le favole non siano ‘reali’, eccone una decisamente ‘surreale’!
Si tratta di “Destino”, uno short film animato frutto dell’incontro tra due menti geniali: Salvador Dalì, l’artista della ‘sur-realtà’ e Walt Disney, il padre dell’animazione. Entrambi radicati nell’immaginario collettivo come produttori di mondi ‘fantastici’: l’uno dando vita ai sogni intesi come ‘sonni’, tutta la produzione di Dalì pone grande attenzione all’inconscio, quella sfera dell’attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza ma è vita comunque, quella interiore; l’altro dando vita ai sogni intesi come ‘desideri’, infondendo in generazioni e generazioni una visione tenace e romantica della vita.
LE VICISSITUDINI – Era il 1946 quando il talento onirico del pittore catalano incontra il genio creativo del regista e disegnatore americano, nasce così una piccola fiaba surreale che non ha da subito un ‘destino’ facile: dopo mesi di lavoro il progetto viene accantonato a causa di improvvise difficoltà economiche, era il periodo in cui si subivano le ‘rovine’ causate dalla seconda guerra mondiale.
Più di 50 anni dopo, nel 2003, Roy Edward Disney, nipote di Walt, riprese in mano il progetto incompiuto, avvalendosi della collaborazione di talentuosi animatori decifrò lo storyboard dei due autori ‘visionari’ e permise a quel cortometraggio di essere realizzato.
LA FIABA – La fiaba animata è un mix tra disegno tradizionale unito ad alcuni elementi digitali. Le ambientazioni sono quelle tipicamente daliniane: spazi onirici, distese inquietanti e deserte che mutano in forme inaspettate, architetture in bilico tra solidità e liquidità, orologi sciolti, il tutto carico di simbolismi, riferimenti; su questo utopico ‘set’ si muovono personaggi immediatamente riconoscibili come figli della matita di Disney: la personificazione del Tempo ed una ballerina; il tutto è accompagnato dalle musiche di Armando Dominguez, compositore messicano.
Come fosse la ‘scarpetta di Cenerentola’, la ballerina trova il suo vestito che indossa e le calza a pennello, è alla ricerca di qualcosa, forse il suo “Destino”.
[di Redazione]