A Torino la Mostra Internazionale d’arte lgbte presenta una locandina con un’immagine ritenuta scandalosa, sullo sfondo è rappresentata una donna nuda e obesa che calpesta un’icona religiosa.
Lo stupore non è venuto a mancare di certo, l’opera viene giudicata come un’enorme mancanza di rispetto nei confronti della religione e delle donne. L’arcivescovo di Torino e il Comune si ritengono imbarazzati e indignati per la realizzazione di un’opera volta solamente a insultare e a far scombussolare gli animi dato il complessivo ribrezzo nei suoi confronti.
La mostra dal titolo “Saligia” viene introdotta per dare spazio ad artisti gay emergenti. Lo stupore generale caratterizzato dalla negativa considerazione della locandina, causa delle proteste di vari partiti politici come Fdi-An, Forza Italia e Lega Nord, è un’opinione calibrata da una prospettiva diversa rispetto a quella dell’autore dell’immagine contestata, noto come Mauro Pinotti, “La Mostra, che ha come tema fondamentale e ispiratore i sette vizi capitali, raffigura la superiorità della donna nei confronti dell’uomo e il peccato di Superbia” queste le sue ultime dichiarazioni dopo gli attacchi sferratigli.
L’intento dell’autore non risulterebbe essere quello di offendere, attaccare, minacciare o quant’altro le istituzioni religiose, in un momento di tensione dovuta agli scontri terroristici in Medioriente dove gli ideali religiosi vengono spinti fino all’estremo e di conseguenza vengono compiuti gesti disumani, ma quello di esprimere un messaggio forte, acuto e soprattutto dedito a comunicare ciò che l’artista prova e manifestarlo attraverso l’arte.
Blasfemia o una semplice dichiarazione che calza a pennello con il motivo della mostra? La censura spesso e volentieri reprime il vero messaggio dell’arte, la libertà di espressione.
[di Daniele De Falco]