“Bello”, come un capolavoro dell’arte, come il territorio urbano che ne è spesso teatro; “Vero” come ‘reale’, come l’arte che ad un certo punto della sua storia si distacca dalla ‘bellezza ideale’ e sviluppa la volontà di ritrarre la ‘bellezza effettiva’, anche il ‘brutto’, o “Vero” come l’opposto del ‘virtuale’ ma che non esclude i meriti di quest’ultimo né lo spirito suggestivo.
Questo e molto altro è “Il Bello o il Vero”, una delle mostre più innovative mai situatesi in Europa e per lo più nel territorio partenopeo.
La rassegna, fruibile difatti a Napoli, nel Complesso Monumentale di Domenico Maggiore, prorogata fino a giugno 2015, entusiasma anzitutto per il suo mix di elementi esclusivamente per l’occasione in comunicazione tra loro:
L’ARTE – La scultura napoletana è raccontata nei minimi particolari e non può che incuriosire non solo i fan più accaniti della materia, ma apre lo sguardo a tutti coloro apprezzano le peculiarità di una città disprezzata e infangata, ma che nasconde infinite bellezze a noi tutti ignote. 35 artisti saranno presenti alla mostra insieme alle 250 opere provenienti da gallerie e musei di tutta Italia per un’osservazione tecnologica dell’arte e quindi nuova e interessante alquanto.
MUSEO E TERRITORIO INSIEME GRAZIE ALLA TECNOLOGIA – L’iniziativa utilizza al meglio le tecnologie per rendere l’esposizione immersiva e coinvolgente. Per supportare la fruizione de “Il Bello o il Vero”, Databenc (Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali) integra al percorso espositivo museale il territorio, con un museo digitale che, con il suo itinerario virtuale, presenta opere scultoree site nei territori urbani della città e della provincia, impossibili quindi da spostare negli spazi della mostra, ma perfino ambienti. Grazie alla tecnologia touchless e a sensori innovativi anche gli stessi capolavori esposti nel Complesso Museale sono visibili in 3D ed alta definizione (su postazioni o grazie ad applicazioni per smartphone), il che permette di scoprire dettagli delle statue non immediatamente visibili ad un’osservazione tradizionale.
L’INTERAZIONE DEI VISITATORI, ADULTI E BAMBINI– La mostra permette al pubblico di ‘dialogare’ con l’arte del XVIII e XIX secolo e i concetti predominanti di ‘bello’ e ‘vero’ per lungo tempo snobbati dalla storiografia moderna. Il pubblico, in viaggio tra reale e digitale, è dunque invitato ad un’esperienza stimolante e non passiva, poichè anche dialogica: i capolavori interagiscono con la propria voce comunicando informazioni specifiche.
Ma l’arte può essere anche fotografata o disegnata, partecipando ad iniziative quali “Alza lo sguardo” o “Un selfie con la scultura”, che offrono l’opportunità di fotografare un monumento partenopeo, una scultura pubblica o, per quanto riguarda “Un selfie con la scultura”, di farsi un selfie con una statua, i suddetti scatti possono essere inviati accompagnandoli oltretutto con una didascalia delle proprie emozioni al riguardo, le fotografie saranno selezionate e pubblicate sul sito della mostra e sui social network dedicati. Inoltre, per “Alza lo sguardo”, una giuria di fotografi professionisti sceglierà le foto più suggestive che saranno esposte in mostra.
Per i bambini al di sotto dei 13 anni c’è invece la possibilità di divertirsi con pastelli, matite e pennarelli: scegliendo una scultura tra quelle proposte si può disegnarla, poi inviare una fotografia della propria opera d’arte, tutti i disegni saranno pubblicati sul sito ufficiale e i più belli esposti in occasione della mostra.
(L’invio del materiale a: info.ilbellooilvero@gmail.com)
[di Redazione]