Si è conclusa questo 16 marzo la settimana mondiale del cervello, ricorrenza annuale volta a diffondere consapevolezza circa “La struttura più complessa dell’intero universo conosciuto”, il cervello, così come viene definito dagli scienziati, e che nonostante le sensazionali e continue scoperte resta ancora ‘un mondo’ carico di misteri. In Italia la campagna è stata promossa da SIN, Società Italiana di Neurologia.
“Brain – il mondo in testa” è la ‘settimana del cervello’ di Città della Scienza, Napoli, che ha aderito all’iniziativa con una serie di appuntamenti, esperti e visitatori a confronto nel corso di 7 giorni su tematiche come: l’azione dei sentimenti e delle emozioni sul cervello; le differenze di genere (il cervello della donna e quello dell’uomo); i cervelli artificiali, l’uomo e la tecnologia; ed ancora spettacoli teatrali; pensiero e comportamento dei dinosauri; laboratori; percorsi interattivi.
LA MOSTRA INTERATTIVA – Rimpiccioliti, proprio come esploratori del corpo umano, è così che ci si sente passeggiando tra le varie stanze alla scoperta dell’encefalo. Gli straordinari fenomeni del nostro cervello sono stati ingigantiti, così neuroni, visibili solo al microscopio, per l’occasione diventano giganti teche, ognuna con un suo ‘riflessivo’ messaggio “Il cervello non si spegne mai, resta acceso ogni giorno della nostra vita”; “Il nostro cervello assomiglia ad un enorme cavolfiore. Sta lì, piantato sopra al resto del corpo, nascosto dentro ad una speciale scatola fatta di ossa e costruita su misura – la testa. Sembra se ne stia lì a far nulla. Noioso, vero? Sbagliato!”.
Al centro troneggiano cervelli veri, un cervello umano, trattato con sostanze simili al silicone per garantirgli una consistenza più fruibile, cervelli di cane, di babbuino, di dinosauro, di anatra, di squalo.
Si passa poi alla sezione più interattiva della mostra, la ricostruzione gigante del ‘Salto Sinaptico’.
«Ma sei connessa?», quante volte scherzosamente rivolgiamo questa domanda ad una persona particolarmente svagata? Non è solo un modo di dire, è che l’intelligenza dipende proprio dalle connessioni! Un simpatico esperimento avvicina i visitatori, soprattutto i bambini, praticamente alla comunicazione tra neuroni, dunque al famoso ‘salto sinaptico’.
Un altrettanto interessante spazio è dedicato all’evoluzione delle funzioni cerebrali dal feto, all’età adolescenziale, all’età adulta, fino all’invecchiamento.
Percorrendo i segreti della mente si giunge ad una singolare testimonianza: la storia di Phineas Gage, alla presenza della copia del suo cervello (l’originale è custodita in America) con “un buco in testa”. Gage era un ferroviere che nel 1848 durante un’attività lavorativa fu vittima di un’esplosione, un’asta di ferro saltò conficcandosi a ‘mo di proiettile nella guancia fino a fuoriuscire dal cranio dopo averli trapassato il cervello. L’uomo non morì, anzi dopo poco era già nel pieno possesso delle sue capacità motorie, ma perse l’occhio sinistro e il suo carattere. Si confermò, da ciò, che il nostro cervello è suddiviso non solo in lobi ma in specifiche aree ciascuna associata a specifiche capacità e funzionalità, e che la parte frontale corrisponde alla personalità.
Uno spazio interattivo mostra, così, “cosa succede nel cervello e dove”: equilibrio e coordinazione muscolare hanno sede nel cervelletto, una struttura antica ovvero già presente nei primi rettili; personalità ed emozioni fanno capo all’area frontale; ed ancora, la parola, la vista, udito, olfatto, gusto, tatto, i movimenti di base, le funzioni vitali.
“Il cervello vivo”, sono invece le stanze dedicate alle patologie della mente e alle malattie del cervello. La disperazione profonda, gli alti e bassi del nostro umore, la tristezza e la solitudine estrema, le dipendenze, i ritardi mentali, la bipolarità, la schizofrenia, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, i tumori, le infezioni, la sindrome dell’arto fantasma, il mal di testa, la cefalea, e molto altro; testimonial d’eccezione Vincent Van Gogh con la sua storia di vita divisa tra euforia estrema e profonda depressione, Albert Einstein, il genio dall’intelligenza smisurata, intuitiva, ma dal cervello mediamente piccolo e leggero.
Dal territorio del pensiero cosciente si passa al mondo dei sogni, d’altronde “Nella vita di un individuo la somma dei momenti di sogno e di sonno non è inferiore a quello dei momenti di realtà, di veglia, sono entrambi allora due momenti dell’esistenza e come tali vanno riconosciuti”, scriveva Breton nel primo manifesto surrealista. Ecco che un’interessante sezione racconta cosa succede nel nostro cervello quando si sogna, nel sonno od anche ‘ad occhi aperti’.
La stanza delle illusioni ottiche, infine, avvicina ai ‘giochi’ della mente, le percezioni, le interpretazioni, gli scherzi dei sensi, grazie anche ad esperimenti interattivi.
Un vero e proprio ‘viaggio’, dunque, che dal passato, perché “In un certo senso noi viviamo nel passato. Ricordiamo in continuazione ciò che abbiamo visto, sentito, provato. Senza la memoria non sapremmo chi siamo. Ma il nostro cervello non registra i ricordi come fossero una videocamera – bensì crea nuove versioni dei ricordi ogni volta che li rievochiamo. La nostra memoria è fragile e mutevole”, ci avvia al presente, anzi, al futuro, un futuro ‘infinito’, nel senso ‘non-finito’, perché ancora carico di sorprese: “Gli scienziati hanno imparato molto su come lavora il cervello, ma ancora non sono in grado di spiegare le differenze di intelligenza e creatività tra una persona e l’altra. I cervelli non sono connessi tutti allo stesso modo. Non hanno esattamente la stessa forma e tantomeno funzionano in modo uguale. Ciascuno di noi ha doni e talenti speciali. Queste capacità rimangono ancora un mistero”.