Spira Mirabilis esegue la pastorale di Beethoven per l’assocazione scarlatti
Articolo di Antonio Mastrogiacomo
Spira Mirabilis rappresenta un progetto di studio davvero interessante nel contesto della produzione musicale europea. Suonare in ensamble senza un direttore è riprova che l’organismo musicale possa essere autosufficiente e che sia quindi in grado di autoregolarsi, affidandosi alla sensibilità degli esecutori.
Spira Mirabilis mette insieme un gruppo di musicisti europei under 35 che affiancano alla loro carriera musicale da solisti la partecipazione a questo progetto di marca collettiva in cui viene messa al centro una esperienza di studio e approfondimento musicale il cui valore anticipa l’esibizione e i concerti quali finalizzazione di questa pratica di musica d’insieme. Proprio per questo motivo ogni anno viene scelta una partitura cui dar vita, in contraddizione con la produzione musicale contemporanea dove è il consumo ad alimentare i diversi programmi: un solo pezzo come risultato di tante prove e dialogo, secondo la pratica di un long life learning che trovi corrispondenza anche nell’educazione musicale.
Spira Mirabilis muta la sua composizione a seconda della partitura. Il concerto di giovedì 22 febbraio presso il teatro Sannazzaro prevede l’esecuzione della sesta sinfonia in fa maggiore op. 70 di Ludwing van Beethoven (conosciuta ai più con il nome di Pastorale) ad opera di 37 elementi che compongono l’orchestra di cui il pubblico dell’associazione Alessandro Scarlatti Ente Morale si porrà in ascolto. La pastorale resta infatti la più eccentrica ed enigmatica tra le sinfonie del compositore tedesco grazie al carattere fortemente retrospettivo della sua musica. Elaborata tra il 1807 e il 1808, risulta infatti appropriata la definizione che lo stesso Beethoven dà dell’opera quale caratteristica, che ben si mescola con l’indicazione di musica a programma, dato il suggerire diverse immagini con cui viene a confrontarsi il suono.
Si tratta di un’occasione importante per vedere all’opera un’intenzione musicale altra con cui resta opportuno confrontarsi per intuire il ventaglio di possibilità che si apre nel rivolgersi all’esecuzione del bene musicale.
[Antonio Mastrogiacomo]