Il primo pre-annuncio di vita adulta… lo ricordo pensando ad un crocchè.
Avevo 12 anni, un pomeriggio uscii per la prima volta da sola (senza genitori), passai davanti all’invitante e profumata vetrina di una rosticceria, mi venne voglia di un crocchè. Così, semplicemente, entrai, e ne comprai. Senza dover chiedere a mio padre, senza passare per i suoi istintivi “no”, né per quella sensazione di battaglia a cui molti bambini vengono abituati. Dipendeva solo da me, mi sentivo enorme in quel minuscolo assaggio di “volere è potere”.
Crescendo poi, anche le volontà crescono, e nasce il senso della responsabilità. Per ogni cosa che vuoi ti devi assumere la responsabilità di volerla, e più ancora se l’ottieni.
E.
Non è meraviglioso?
Avere responsabilità non ‘incatena’ se solo in certe ‘catene’ si è davvero liberi.
Liberi di volere, liberi di scegliere, liberi di avere. E più sei carico di responsabilità più sei un uomo che vuole, che sceglie, che ha.
E la libertà è appartenenza, il respiro profondo e leggero di sentirsi “parte di”. Non perso. Non vuoto.
Pensate all’amore, assumersi la responsabilità di un amore (va bè, un Vero Amore) libera dalla peggiore delle gabbie: la solitudine mentale.
Per dire.