Aerei, treni, automobili, ‘mezzi’ di trasporto per ‘mezzo’ dei quali il mondo è capace di unirsi, proprio come l’arte, che avvicina sensibilità del nord e del sud, dell’est e dell’ovest in un unico incontro. In fondo l’arte è percorso e meta dei ‘viaggi’ della mente, in quanto ‘viaggio’ molto più spesso approda nei luoghi di partenze e ritorni per eccellenza. Da diversi anni il mondo dell’arte adotta una filosofia vincente: treni metropolitani, aeroporti, autostrade diventano delle gallerie d’arte, un nuovo modo per esprimere la cultura, progetti la cui particolarità, addirittura la ‘svolta’, sta nell’aver rielaborato il concetto di museo raccolto in sé stesso, in musei aperti, e soprattutto ‘tangibili’. Si tratta di un’arte che potrebbe essere definita a ‘portata di mano’, un modo estremamente originale di rivelarsi a tutti.
STAZIONI DELL’ARTE, NAPOLI – Dal 2001 le metropolitane di Napoli offrono un percorso di esposizioni artistiche attraverso i binari della linea 1 e linea 6. Le ‘Stazioni dell’Arte’ sono una creazione del critico d’arte Achille Bonito Oliva. Gli spazi interni ed esterni della metropolitana ospitano centinaia di opere di cui la maggior parte realizzare da affermati artisti contemporanei. I visitatori, anzi, i ‘viaggiatori’, camminano, si affrettano, attendono, tra fotografie, tele, sculture, creazioni, dalla discesa verso il treno alla riemersione in superficie. La progettazione di ciascuna fermata è a cura di artisti e architetti diversi, con il coordinamento di Oliva, di modo che ogni stazione esprime una propria identità.
Costruita su progetto di Gae Aulenti, alla stazione Dante, capolinea della linea 1, è possibile ammirare un’opera di Joseph Kosuth, Queste cose visibili, composta da un passo del Convivio di Dante scritto con led luminosi, oltre alle opere di Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Nicola de Maria.
Si prosegue per la stazione Museo, architettata anch’essa da Aulenti, con le fotografie di Mimmo Iodice, Luciano D’Alessandro, Fabio Donato, Antonio Biasucci, Raffaela Mariniello, e varie riproduzioni scultoree come l’Ercole Farnese, il Laocoonte.
La stazione di Materdei, completamente rivestita di mosaici, e quella di Salvator Rosa sono invece firmate da Atelier Mendini, e tantissimi artisti.
A Quattro Giornate, dell’architetto Domenico Orlacchio, si susseguono Marisa Albanese, Maurizio Cannavacciuolo, Umberto Manzo e tanti altri.
Vanvitelli, progettata da Michele Capobianco, ospita capolavori di ben otto maestri dell’arte contemporanea tra cui Gregorio Botta, Giulio Paolini, Vettor Pisani, Mario Merz e Gilberto Zorio.
Rione Alto, che accoglie con le sue cupole di metallo e vetro, è caratterizzata da mosaici, forme geometriche, pannelli polimaterici e molto altro, tutto firmato da artisti di fama internazionale e giovani emergenti napoletani.
Gianni Pisani, Botto e Bruno, Gabriele Basilico, Carla Accardi, Gerhard Merz, e tanti altri, corrono tra i binari della linea 6 che va da Mergellina a Fuorigrotta, progettate dallo Studio Protec.
Ed ancora, tra le altre: la stazione Università, caratterizzata da coinvolgimento sensoriale, da colori, in particolare il fucsia e il verde acido, pannelli dagli effetti tridimensionali molto suggestivi. Accanto alle obliteratrici sono presenti due sculture di Karim Rashid, progettista della stazione. Sui gradini di accesso alle banchine, degne di nota sono le raffigurazioni di Dante e Beatrice.
La stazione Toledo, dell’architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, perfettamente affiancata dai ritrovamenti archeologici avvenuti durante gli scavi per la realizzazione della stessa metropolitana. L’interno della nuova fermata è stata pensata per riflettere cromaticamente la discesa di 50 metri di profondità fin al di sotto della falda acquifera. Entrando ci si imbatte nel nero della terra, attraverso il percorso di discesa ai treni si prosegue per il color ocra che richiama il tufo ed infine si giunge all’azzurro che richiama l’acqua. Particolari sono i due grandi mosaici dell’artista William Kentridge che caratterizzano la zona ‘ocra’, uno rappresentante una tipica scena napoletana piena di persone in movimento, e l’altro raffigurante due persone che si adoperano a portare un carretto. Scendendo le scale si nota immediatamente il passaggio all’altro ambiente, con il cambio repentino di colore, si finisce infatti nella ‘galleria del mare’ di Bob Wilson.
L’opera titolata Stazione, di Pistoletto, accoglie invece i ‘viaggiatori’ alla stazione Garibaldi. L’allestimento metropolitano artistico, di recente inaugurazione, si compone di lastre di acciaio a specchio sulle quali, a grandezza naturale, sono riprodotti ideali passanti, viaggiatori in cammino, in attesa, in dialogo tra loro. Grazie al fondo specchiante i passeggeri (quelli reali!) entrano nell’immagine diventando essi stessi parte dell’opera d’arte contemporanea.
Ad oggi il progetto ‘Stazioni dell’Arte’ napoletane riserva ancora altre ‘prossime aperture’, mentre periodiche sono le operazioni di manutenzione e restauro per ciascuna opera in ciascuna stazione.
AEROPORTO DI MALPENSA, MILANO – Dalle metropolitane partenopee ‘si vola’ agli aeroporti milanesi e parigini.
L’arte ha dato il benvenuto o l’arrivederci a tutti coloro che hanno transitato a Malpensa, fino al 31 gennaio appena trascorso. Presso la ‘Porta di Milano’ all’ingresso del Terminal I dell’aereoporto di Malpensa da giugno era presente l’istallazione del gruppo scultoreo ‘I Sette Savi’ dello scultore e pittore Fausto Melotti. Ma in fondo il panorama degli scali di Milano non era novello all’arte, già egregiamente rappresentata dalla stessa Porta, area principale di ingresso detta ‘dodicesima porta’ o ‘soglia magica’ per i suoi ‘effetti speciali’, progettata un paio di anni fa dagli architetti Nicolin, Marinoni, Calzoni, Di Gregorio e non nuova nemmeno come teatro ideale per ospitare iniziative d’arte.
Le sette sculture di Melotti sono state per mesi ‘biglietto da visita’, i ‘Sette Savi’ emergevano dalla penombra del grande spazio «Con questa collocazione le statue di Melotti sono un elemento di richiamo e di riflessione per chi a Milano arriva e parte, in un luogo di forte valenza simbolica dell’essenza stessa della città», raccontava Filippo Del Corso, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
Suggestiva è la storia stessa del gruppo scultoreo, concepito come un insieme di 12 gessi di cui sopravvissero solo 7, numero che portò l’artista a non ricreare le 5 perdute ma piuttosto a rivestire di nuovo significato le rimanenti facendo riferimento alla magia di cui da sempre è investito il numero ‘7’: dall’ordine dell’universo secondo la matematica antica, ai Sette contro Tebe, dai 7 peccati capitali, i Sette vizi, le Sette virtù, i Sette Sacramenti del cristianesimo, alle Sette meraviglie del mondo, le sette piaghe d’Egitto, i sette sigilli, i sette colli di Roma, i sette mari secondo l’antica suddivisione greca, i sette colori dell’arcobaleno e così via. Furono collocati nel giardino del Liceo Carducci nel ’61 acquistati dal Comune di Milano, danneggiati dalle intemperie e dal mancato senso civico degli alunni del tempo, furono poi rinchiusi per 50 anni nei magazzini del Liceo, per l’occasione dopo un restauro sostenuto dal gruppo Sea, Aeroporti di Milano, hanno ripreso vita, dritti nel loro fisico e presenti nel loro dialogare, argomentare pensieri e parole mute interagendo anche con gli li osserva, ogni statua è simile ma differente dalle altre. L’istallazione è stata progettata da Nicolin e Calzoni, gli autori della stessa ‘Porta di Milano’ ed ha visto un incantevole completamento con un progetto illuminotecnico by Artemide che attraverso uno studio e faretti Led ne ha enfatizzato le tridimensionalità e reso perfettamente visibili le opere.
L’AEREOPORTO ROISSY CHARLES DE GAULLE, FRANCIA – Lo scalo francese di Roissy Charles de Gaulle, dopo essere stato sottoposto ad una ristrutturazione e conseguente allestimento, da un paio di anni è diventato un’insolita e stimolante galleria d’arte. Nell’Espace musée, progettato da Nelson Wilmotte, ogni anno vengono allestite mostre ad accesso libero e gratuito, aperte, quindi fruibili dal primo all’ultimo volo, con opere in prestito provenienti dai più grandi musei francesi.
Il progetto fu inaugurato con una mostra legata al tema del volo “Rodin, les Ailes de la Gloire” (“Rodin, le Ali della Gloria”), che presentò per sei mesi una cinquantina di opere di Auguste Rodin, artista francese particolarmente legato all’Italia, con una privilegiata ammirazione per Michelangelo e per l’universo dantesco della Divina Commedia, in quell’epoca considerata un’opera ricca di spunti romantici e avventurosi. Dopo Rodin protagonista della galleria-aeroporto è stato l’artista Jean Dubuffet. «L’obiettivo è trasformare questo spazio dedicato alla cultura uno dei preferiti dai viaggiatori che devono attendere diverse ore in aeroporto il loro volo», spiega De Romanet, amministratore delegato di Aeroporti Parigi. Le esposizioni future sono tutte da scoprire!
AUTOSTRADA A22, IL PLESSI MUSEUM, BOLZANO – Se Parigi decolla dall’aeroporto Charles De Gaulle ammirando le opere di grandi artisti che periodicamente ‘sfilano’, i treni metropolitani di Napoli corrono lungo l’arte dei nomi più importanti dell’arte contemporanea, l’Autostrada A22 non è da meno: dall’estate scorsa è stato inaugurato un Museo in autostrada, il Plessi Museum, il primo esempio al mondo di spazio museale in autostrada.
Nato al Passo del Brennero, Bolzano, proprio nel punto in cui c’era la dogana tra Italia e Austria, uno dei punti carichi di simbolismo storico, luogo di separazione tra mondo latino e germanico con l’entrata in vigore del trattato di Schengen alla fine della prima guerra mondiale, ora luogo d’arte comune di connessione tra mondo mediterraneo e mitteleuropeo, di connessione tra coscienze. La struttura del Plessi Museum è stata progettata da Carlo Costa, misura circa 13.000 mq e si presenta perfettamente in armonia con il paesaggio circostante, le pareti vetrate dell’edificio ne sono il simbolo. Al suo interno c’è la sede espositiva dedicata ad uno dei maestri italiani più amati e famosi a livello internazionale: Fabrizio Plessi, istallazioni video, sculture, presenze grafico-pittoriche, il tutto ruotante attorno al tema guida di gran parte dell’arte di Plessi, il tema dell’acqua.
L’artista ha inoltre disegnato gli interni della struttura destinati ad ospitare anche un punto ristoro, un centro convegni e risultando, in fine, una vera e propria area di servizio con il valore aggiunto, ed unico nel suo genere, di ‘servizio’ culturale.
E forse nell’epoca del ‘viaggiare’, dove, chi per esigenze esterne chi per necessità interiori, si ha sempre meno tempo per fermarsi, per riflettere, questa caratteristica fruizione culturale è il giusto incontro affinchè se “l’uomo non va all’arte, l’arte va dall’uomo”.
[di Flavia Tartaglia]
One Comment
marcello artista
Complimenti questo blog è molto interessante