A Napoli una serie di appuntamenti culturali dove musica e teatro rinunciano agli artifici moderni e sfruttano le condizioni naturali.
Quando il sole tramonta, in quella manciata di minuti nella quale ci si attacca disperatamente alla luce del sole ormai rossa, morbida e stanca, quando fa caldo ma forse è meglio coprirsi, esiste un luogo, a Napoli, sospeso sul mare, dove il sole saluta la città prima di dare spazio alla notte.
Siamo tra la Gaiola e la Baia di Trentaremi, il luogo in cui del dolore non si sa che farsene; siamo a Pausilypon, nella cornice archeologica della Villa d’Otium di Publio Vedio Pollione, del primo secolo avanti cristo.
È in questo sito che giunge alla settima edizione “Pausilypon, suggestioni all’imbrunire” una manifestazione culturale che promuove la musica ed il teatro rinunciando ad ogni artificio moderno, ma lasciando che l’illuminazione della scena e l’acustica degli spettacoli -che si susseguono dal 10 maggio e termineranno il 21 giugno– sfruttino le già perfette condizioni del teatro (fatto costruire con la villa).
Il progetto nasce e viene mantenuto vivo dal Centro Studi Gaiola Onlus, con l’accordo della Soprintendenza Archeologica della Campania, con il Patrocinio della Regione Campania e dell’Assesorato alla Cultura del Comune di Napoli. L’idea è quella di presentare una serie di incontri nei quali sia possibile lasciarsi rapire dalla sbalorditiva esplosione di suggestioni, riscoprendo un legame primitivo tra l’uomo e la natura. Un omaggio alle bellezze di Pausilypon e al suo sito archeologico che, grazie ai proventi degli spettacoli, hanno visto incominciare i lavori di restauro dell’area come spiega Stefano Scognamiglio -uno dei due direttori artistici insieme a Francesco Capriello-. Ed è proprio Capriello a dare una ricetta interessante, ma soprattutto universale, per la ripresa culturale spiegando come converebbe che ci fosse l’appoggio delle istituzini, oltre che il sostegno di un “imprenditore illuminato”, a sostenere queste iniziative, per le quali ovviamente sono necessari gli operatori dello spettacolo -musicisti e attori- ed il pubblico.
Tuttavia, nonostante la mancanza di finanziamenti pubblici, viene mantenuta viva una rassegna stabile che promuove la cultura, l’archeologia e la natura, grazie all’azienda foodservice “Cupiello“, fiore all’occhiello dell’eccellenza gastronomica napoletana, che insime all’associazione campana “Ager Campanus” -che lavora per rendere visibili agli occhi del mercato un elevato numero di produttori locali di vino- cura il catering delle serate.
Un ciclo di appuntamenti che più che semplici spettacoli sono una vera e propria ‘effusione di arte e scienza’, un invito a esplorare realtà trascurate.
[di Roberto De Rosa]
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