“Jackson Pollock voleva in tutti modi descrivere il suo inconscio o meglio, se possiamo osare questo termine, ritrarlo” – “Sulle note dell’Inconscio”, con Adriano Paschitto, Anna Bocchino, Emanuele Iovino, Nicola Tartarone
“Sulle note dell’inconscio”, lo spettacolo teatrale ispirato alla vita di Jackson Pollock, premiato Miglior spettacolo al Pan Teatro Festival, Villaricca, Miglior attore al festival O’curt, San Giorgio a Cremano e candidato Miglior regia ai Corti della formica, sbarca al teatro Madrearte.
Lo spettacolo d’impatto ha il merito di divulgare “l’arte attraverso l’arte”, infatti parte dall’intreccio tra arte e vita di un pittore rivoluzionario e lo fa attraverso il medium della pièce teatrale.
La scenografia di Mario Ferrillo, rappresentando l’atelier dell’artista o la disordinata mente del pittore fatta di frammenti di presente, passato, futuro, immerge subito nelle tipiche atmosfere di una storia tra genio e demone, tra dovere e sregolatezza, tra mondo interiore e mondo esterno, tra istinto e razionalità, tra la parte buona e la parte cattiva, tra bianco e nero: su uno sfondo nero si stagliano oggetti bianchi, sgabelli, barattoli, pennelli, cavalletti, tele, cornici che man mano sembrano inghiottite dagli eventi oppure sprofondare negli abissi esattamente come l’uomo e l’artista, minacciato dai meccanismi della mente, dal vizio, dalla depressione, dall’inconscio.
“Jackson Pollock voleva in tutti modi descrivere il suo inconscio – spiega il regista- o meglio, se possiamo osare questo termine, ritrarlo. Questo è stato il suo più grande cruccio, il suo più grande obiettivo a prescindere da ciò che arrivasse al pubblico. Quello che doveva essere percepito non era un immagine ma, per usare le parole dell’artista, un evento che potesse esprimere la parte più interna di se: tutti i suoi istinti […] Pollock affronta se stesso, si proietta contro l’arte e si lascia cullare dalla musica, dal Jazz”.
Il testo e la regia di Filippo Stasi cavalcano il ritmo di frammenti onirici, di un viaggio in diapositiva, la vita di Jackson Pollock è segnata dall’arte, è vissuta in nome dell’arte, è vissuta come un’opera d’arte, un’arte che lo stesso pittore concepisce come “segno” interiore da portare all’esterno e non viceversa, dall’alcolismo, dall’amore, dalle emozioni, dal dolore, dal senso di inadeguatezza, dal bisogno incolmabile di affermarsi come artista nel periodo storico cui appartiene, dove è in auge Pablo Picasso, e di individuarsi, di trovare il suo personale posto nel mondo.
Come un percorso psicoanalitico, non manca l’importanza della relazione quale confronto o conflitto, spunto per disancorare parti di sé e portarle a galla, occasione per avere, e raccontare, la propria storia. Attorno e dentro la vita di Jack, interpretato magistralmente da Adriano Paschitto, gravitano Lee Krasner (musa, compagna, moglie dell’artista), Arte, Peggy Guggenheim, personaggi ai quali dà volto e voce Anna Bocchino, immensa nell’interpretare differenziando, caratterizzando, ogni personaggio, comprese le inflessioni italo-spagnole; Clem, la parte cattiva, personaggi ai quali dà vita Emanuele Iovino; Ruben, la parte buona, rappresentati da Nicola Tartarone.
“Sulle note dell’Inconscio” è uno spettacolo che, a ritmo di jazz e tensione, pian piano emerge ed immerge, e quando Jackson trova o crea se stesso “nel” dipinto, camminando attorno a quei “quattro lati della tela per sentirsi così più a suo agio, più vicino, più parte del dipinto, similmente ai metodi dei pittori di sabbia indiani del west”, come egli stesso dichiara nel 1947, tutto il caos sembra aver trovato conciliazione, ed una fine tragica diventa un inizio.
“Sulle note dell’Inconscio” è prodotto da Giovani Teatri in collaborazione con .
Piccola Città Teatro Prossima data: Napoli, presso Je So’ Pazzo-Ex OPG (Via Matteo Renato Imbriani, 218), sabato 15 febbraio ore 21.
SCENE | Mario Ferrillo
COSTUMI | Francesca Liguori
MUSICHE ORIGINALI | Mario Autore
DISEGNO LUCI | Angelo Navarro
FOTO GALLERY
Ph Flavia Tartaglia :
[di redazione]