Si intrecciano storie alquanto interessanti, l’arte del Caravaggio viene percepita al meglio da un altro grande artista del XVII secolo noto come Tanzio da Varallo.
A Palazzo Zevallos si inaugura giovedì 23 ottobre la mostra dal titolo “Tanzio da Varallo incontra Caravaggio” dove viene illustrato Il periodo di vita che l’artista trascorse nel Sud Italia. L’influenza del Caravaggio si è rivelata fondamentale per la realizzazione delle opere artistiche di Antonio D’Enrico ( nome originario di Tanzio). L’artista, di origini Piemontesi, trova grande ispirazione al Sud poiché influenzato dalle bellezze del Mezzogiorno, ci è noto specialmente il suo soggiorno in Abbruzzo e a Napoli.
La mostra è a ingresso gratuito e rimarrà aperta fino al prossimo 11 gennaio. Nel Palazzo è attualmente custodito il famosissimo dipinto del Caravaggio “Il Martirio di Sant’ Orsola” che ritrae il momento in cui Attila accoltella quest’ultima e i barbari sullo sfondo, stupiti dal gesto del capo, intervengono per soccorrerla.
Tanzio incontra il Caravaggio per la prima volta a Roma, tappa precedente a quelle di Abbruzzo e Napoli. L’influenza dell’ arte Caravaggesca è fondamentale per la formazione dell’ artista piemontese che, dopo le prime esperienze con il fratello Giovanni D’Enrico, scultore e architetto, parte alla volta di Roma insieme ad un altro dei suoi tanti fratelli conosciuto come Melchiorre. Il linguaggio rivoluzionario del Caravaggio folgora Antonio tanto da rimembrare la sua breve esperienza Romana come svolta pittorica dell’arista, la svolta estetica riguarda l’uso dei colori e della prospettiva rimaneggiata, per non parlare dei forti messaggi politici e religiosi espressi in molti dei capolavori del Caravaggio.
A Napoli la pittura viene rilanciata dal Caravaggio durante i primi anni del ‘600, periodo prolifico per l’artista.
Alla mostra vengono illustrate trenta opere, di cui quindici sono dell’ artista Antonio D’Encrico e le altre quindici di artisti operanti nel periodo del Viceregno spagnolo e specialmente a Napoli. Il confronto con “Il Martirio di Sant’ Orsola” necessita della presenza di alcuni esperti di storia dell’arte per afferrare al meglio quali fossero le capacità e i punti d’incontro dei vari artisti citati.
[di Daniele De Falco]