Tra l’indignazione del web ecco i pareri di due vignettisti e la risposta di Charlie: «Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!»
Il settimanale satirico francese “Charlie Hebdo”, che da sempre si distingue per lo spirito irriverente col quale in primis si schiera a favore della libertà di espressione ed anche contro l’ipocrisia e la negligenza di chi è “al potere”, nell’ultimo numero in edicola pubblica una vignetta, firmata dal vignettista Felix, che scatena l’ira degli italiani e non solo. La vignetta si esprime sul tragico terremoto che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 agosto. Intitolata “Sèisme a l’Italienne” (“Terremoto all’italiana”), la striscia illustra le vittime del terremoto paragonandole a tre piatti tipici della nostra cultura: “Penne all’arrabbiata”, rappresentate da un uomo sporco di sangue; “Penne gratinate”, con una superstite coperta di sangue e polvere; “Lasagne” dove corpi rimasti sotto le materie si alternano a strati di pasta creando così una lasagna.
Impazzano le polemiche sui social, tra chi giudica la vignetta “sconvolgente”, “irrispettosa”, “di cattivo gusto”; chi afferma “io non sono più Charlie” (chiaro riferimento allo slogan “Je suis Charlie” nato come messaggio di solidarietà e di difesa della libertà d’espressione, dopo gli attentati terroristici alla sede del giornale); chi si dissocia (come l’Ambasciata di Francia a Roma che afferma “Il disegno pubblicato da Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione della Francia”); e chi va oltre la facile indignazione e cerca una spiegazione più che apprezzabile, come i vignettisti Vito Antonio Baldassarro in arte “Duckbill” o Vincenzo Salvo in arte “Zerov”: «Io penso che la vignetta abbia fatto esattamente il suo lavoro: ha usato uno stereotipo italiano per far emergere un problema tipicamente italiano. Titolo che si sposa benissimo con il concetto espresso “Terremoto all’italiana” usato per giocare sullo stereotipo. È un invito a riflettere sul perché in Italia questo tipo di eventi naturali si trasforma sempre in strage» (Antonio Baldassarro); «Io la vedo come una critica, un po’ forzata forse, alla prevenzione, come se fossero le classiche vittime della negligenza all’italiana (perché vuoi o non vuoi è così che ci vedono) e che vengono rappresentate come dei piatti tipici della cucina che tanto ci ha reso famosi nel mondo. Poi la parola “pena” in Francia si pronuncia “Penne”, questo avvalora la mia tesi sul fatto che a essere sberleffate non sono le vittime quanto chi quelle vittime poteva non dico salvarle ma almeno ridurne il numero» (Vincenzo Salvo).
Mentre il settimanale francese in risposta alle critiche subìte pubblica una vignetta raffigurante una donna sotterrata dalle macerie e dice: «Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!».
[di Magdalena Sanges]