Infinita è l’ispirazione che è nata e continuerà a nascere dalla cultura antica. Uno degli innumerevoli esempi sono le Grazie.
Secondo Esiodo esse sono tre: Aglaia, simbolo di splendore; Eufrosine, simbolo di gioia; Talia, simbolo di prosperità. Le tre figlie di Zeus sono rappresentate nude ed incarnano la perfezione classica, sia fisica sia di virtù, cui anelare. Molti letterati ed artisti hanno omaggiato il tema e la figura delle Grazie: Foscolo ne canta in un suo carme, Raffaello e Rubens le rappresentano in due rispettivi dipinti, Botticelli le fa riecheggiare in un dettaglio de La Primavera, Canova le scolpisce. Ma tantissimi altri sono gli esempi in cui rivivono le tre giovani ed il loro simbolismo.
La mostra titolata “Le tre Grazie di Antonio Canova” celebra, presso la Gipsoteca di Possagno, ancora fino al 22 giugno in seguito ad una proroga, l’affascinante bellezza e la tormentata storia del gruppo scultoreo dell’artista trevigiano. Considerate uno dei più celebri frutti del Neoclassicismo, le Tre Grazie di Antonio Canova vantano, probabilmente, un’immagine di ispirazione classica (la sola arte, per Canova, capace di raggiungere la bellezza ideale).
L’abbraccio della figura centrale rafforza il senso di unione nel velo che cinge le tre fanciulle dalle sinuose forme femminili; evidente è la ricercata levigatezza e lucentezza del marmo, particolari di ascendenza veneziana. Ma Canova al primo gruppo scultoreo raffigurante le Tre Grazie commissionatogli da Giuseppina di Beauharnais ne eseguì un altro simile, su commissione di John Russel, Duca di Bedford. Tuttavia entrambi i gessi subirono le conseguenze di un bombardamento durante la Grande Guerra, nel quale vennero distrutte altre opere dello scultore.
Le ‘prime’ Grazie vennero subito restaurate mentre sulle ‘seconde’ si decise di non intervenire affinché diventassero simbolo delle atrocità belliche. Successivamente la Fondazione Canova, in collaborazione con la National Galleries of Scotland (proprietaria del marmo), decise invece di restaurare anche le Grazie di Russel.
Il mostra si può fruire di entrambi i gessi ma anche dei loro bozzetti; sempre con tema le Grazie, sono presenti tempere, disegni, incisioni e le drammatiche immagini della Gipsoteca e dei gessi all’indomani dei bombardamenti; immagini concesse dagli archivi pubblici, una suggestiva documentazione, quest’ultima, che risulta come un forte confronto, quasi un ossimoro, tra ‘violenza’, ‘distruzione’ e ‘grazia’.
[di Redazione]
Il Pensiero di Giovanni Postiglione: “E, oggi, quali donne moderne potrebbero, secondo voi, prendere il posto di queste tre icone di bellezza? caccia aperta…”