Circa sei milioni di telespettatori per “Stasera Laura: ho creduto in un sogno”, il concerto-evento di Laura Pausini andato in onda ieri in prima serata su Raiuno. Lo show televisivo, che ha visto la “divina” nelle vesti di un’inedita presentatrice, è la trasmissione del concerto del 18 maggio al Teatro Antico di Taormina.
Il racconto dei vent’anni di carriera, perfettamente simboleggiato dalla stessa immagine scelta per The Greatest Hits, una sorta di ‘risignificato’ Giano bifronte che guarda al passato e al futuro, continua festeggiando e descrivendo le vicende artistiche e di vita della cantante (dal ‘passato’ verso il ‘futuro’), questa volta alla presenza di un ‘narratore’ esclusivo: il suo diario d’infanzia.
Partendo da un «Caro diario…», la Pausini percorre la sua storia, ma va ben oltre, al racconto della storia della musica italiana grazie alla partecipazione di ospiti d’eccezione, anzi, più che ‘ospiti’, ‘persone’ che hanno segnato il suo cammino, uno spettacolo che inconsapevolmente risulta essere il riassunto delle tappe della perfezione, ovvero di tutto ciò che serve nella vita: il sogno, di quella ragazzina che ascoltava Raf o che sperava nell’autografo di Baglioni, e il suo farsi realtà; il dolore struggente, di un amore finito, “la solitudine”, importante occasione per conoscersi, inventarsi e che diventa l’inizio di una vita d’arte, fino ad assumere la forma «quasi di un film», nell’arrangiamento di Ennio Morricone; il divertimento, rappresentato dalla coinvolgente comicità di Paola Cortellesi; l’eleganza, la poesia, la genialità, emanate dalla presenza di Claudio Baglioni; la vigorosa esuberanza, il pizzico di follia, del “re matto” Marco Mengoni; la complicità, la sintonia, la sincronia, l’incastro, di una particolare band: Noemi, Paola Turci, Emma, L’Aura, Malika Ayane, Syria, La Pina, o delle sue amiche d’infanzia; il carisma, il romanticismo, di Fiorella Mannoia; l’autoironia, di un improvvisato selfie insieme a Raf; la condivisione, di personali aneddoti o dell’intimo ricordo di sua nonna, e la crescita, grazie all’ascolto di quei saggi ed affettuosi insegnamenti; il legame, d’arte e di vita con Biagio Antonacci; la tenera malinconia, al ricordo di Lucio Dalla; la cura, lo ‘stare insieme’, valori esplosi in un applauso per quel «Amore» con cui la cantante si è rivolta al suo compagno Paolo Carta; la magia, la suggestione, di quella «vera cartolina», Taormina, che ha fatto da teatro; il ‘no’ all’inconcludenza, perché quello che si inizia si deve finire, difatti nonostante la pioggia lì ‘piovono i ricordi’, lo spettacolo continua fino alla fine, la stessa pioggia, oltretutto, che la Pausini carica di fortunato simbolismo, che però sfortunatamente non ha permesso di mostrare alcune canzoni, coreografie, curiosità.
Come un ritorno alle origini, a quel ‘galeotto’ Sanremo 1993, Pippo Baudo è stato presente all’inizio e alla fine, anzi, alla ‘fine e all’inizio’ siccome lo spettacolo è stato presentato da “Benvenuto”, una delle canzoni degli ultimi anni, e salutato da “La solitudine”.
Come tutti quelli che vivono di un sogno, finisce che fanno sognare… Laura Pausini ha creduto in un sogno, e ha fatto bene!
[di Redazione]