Lo chiamano “dominio”.
Solo ora capisco il senso.
Quando entro nel tuo “dominio” (sì, sto provando anche io l’esperienza del benevolo “spiare” sebbene fosse un fatto che non mi è mai appartenuto, nemmeno con te, mai, anche se in tutti questi anni non ho mai voluto chiedermi il perchè provassi così fastidio alla sola idea di leggere la tua vita senza di me, figuriamoci a farlo, e non l’ho fatto mai) a me sembra di vedere dei colori, caldi, e delle luci, accoglienti, di sentire un odore come di biscotti ed un’atmosfera, pulita.
Eppure è una pagina virtuale, bianca blu e nera come tutte le altre.
Ma ci entro, e che ne so, mi sento a “casa”.
Mi dicono che sono una troppo sicura di sè, che in certe fa paura.
E tante altre cose.. che tu avevi già visto prima ancora dell’avvento della piastra per capelli nella mia vita.
Ricordo mese e giorno, ma non ricordo l’anno, ora avrai 30 anni?
Beh, un bel numero per raccogliere dei meriti.
Vabè, volevo soltanto dire che quando entro nel tuo “dominio” ho delle visioni, tipo un tuffo a mare ad agosto, e delle sensazioni, tipo un crollare a letto sotto al piumone a gennaio, ah, e c’è la televisione accesa sul mio programma preferito. E che non lo vedo bianco blu e nero ma giallo caldo e grigio fango con note di rosso. E non mi è assolutamente normale.