I miti, i racconti fantastici, per Platone, ad esempio, erano lo strumento per comunicare in modo più accessibile ed intuitivo la realtà, quelle realtà che vanno oltre i limiti cui l’indagine razionale può spingersi. In questo senso il mito va a colmare delle lacune, e se supporta teorie vere può considerarsi esso stesso qualcosa di vero, sebbene indimostrato ed indimostrabile, ed in più dona alla verità un aspetto inconfondibilmente suggestivo. Ecco che, proprio come la sostanza del mito, anche le creature che spesso lo popolano sono probabilmente la proiezione di qualcosa che esiste.
Al Museo Nazionale Romano, presso Palazzo Massimo delle Terme, Roma, ancora fino al 1 giugno, la mostra titolata “Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito” si sofferma non sul lato ‘eroico’, divino della mitologia (su cui invece fu incentrato un precedente evento ispiratore nel 2011) ma piuttosto approfondisce quello complementare, dunque anti-eroico, oscuro, i numerosi e celeberrimi esseri dell’orrore.
L’animo umano è complesso. Ombre e luci devono incontrarsi. Non c’è il più vero e consapevole bene senza la sfida e il superamento delle paure, del male; non c’è la costruzione di un’autentica identità personale senza entrambi i termini di confronto. Così, allegoricamente, non c’è vero eroe o divinità ideale senza che si confronti con l’anti-eroe, o un terribile mostro. Ecco che probabilmente i lati più bui della vita, quelli da affrontare, quelli per i quali inventarsi strategie mettendo alla prova la propria tenacia, la propria creatività, quelli da sconfiggere, da cui elevarsi, conoscere se stessi e ‘crescere’, assumono nella mitologia le sembianze di demoni alati; feroci mostri semiumani con parti del corpo animali; creature grottesche a sei, nove, teste; ammalianti streghe marine.
L’esposizione romana consta di oltre cento reperti archeologici, tra sculture, terrecotte, armi, affreschi, mosaici e quant’altro, provenienti per la prima volta da musei di tutto il mondo, che illustrano un ampio panorama dell’iconografia di intriganti mostruosità come Arpie, Chimere, Gorgoni, Centauri, Idra di Lerna, Scilla, Sirene, ma anche creature benevole come Pegaso, e tanto altro, dalla Grecia all’Oriente, al mondo etrusco, italico, romano, per tutta la loro evoluzione fino all’epoca moderna e contemporanea (laddove il concetto di ‘mostro’ assume spesso connotati più sensibili diventando più che ‘pauroso’ forse un ‘emarginato’) illustrata dalle tele Creta (di Alberto Savinio), Medusa (di un pittore fiammingo), Perseo libera Andromeda (del Cavalier d’Arpino), od anche i mostri nel mondo del cinema.
L’allestimento della mostra, come perfetto ‘teatro’ per essa, si ispira ad un labirinto, solenne simbolo di un impegnato, spesso complicato, percorso iniziatico, di ricerca da tentare e ritentare tra infinite possibilità, fino a trovare la ‘strada’, ‘l’uscita’, in un certo senso se stessi. Mentre un’animazione di proiezioni al laser nel cortile interno del museo (nella serata inaugurale sulla facciata di Palazzo Massimo) mette in scena un confronto tra mostri ed eroi, ‘ombre e luci’.
Alcune tra le attività didattiche (fruibili solo in alcuni giorni) – “Chi ha incastrato il minotauro?”, un percorso rivolto ai più piccoli con sezioni dove si descrivono i vari ‘mostri’ della mitologia antica ed i personaggi, gli eroi, correlati ad essi, ma prima di varcare la soglia alla scoperta delle ‘mostruosità’ ognuno potrà essere truccato ad assumere le sembianze di una creatura fantastica grazie alla tecnica del face painting, in seguito verrà fornita una borsa magica con i cui contenuti, e grazie alla guida degli operatori, si potranno costruire ed inventare talismani e antidoti ‘anti-mostro’ come ad esempio: lo specchio per pietrificare Medusa, i tappi per sfuggire al canto delle Sirene, la soluzione dell’enigma per sconfiggere la Sfinge e così via. Al termine ogni partecipante potrà assemblare su di un supporto diverse parti dei mostri visti di modo da creare un inedito e personalizzato ‘mostro dei mostri’.