L’uomo è passato dal vivere in una giungla naturale all’abitare una giungla urbana. Quali sono le conseguenze?
Con “Welcome to the Jungle”, l’esposizione all’attivo fino al 29 gennaio presso lo Spazio Tadini di Milano, gli artisti propongono il frutto della propria indagine su diverse questioni.
A partire da quella dell’uomo come animale sociale fino ad arrivare al rapporto tra l’uomo e il mondo che lo circonda attualmente, più che mai in costante evoluzione.
L’assunto dal quale sono partiti gli artisti protagonisti di dell’esposizione riguarda la volontà, da sempre presente nell’uomo, di dominare l’ambiente circostante.
Se durante diverse epoche storiche si è parlato di lotta tra uomo e natura, attualmente tale conflitto è da trasporre in un’era metropolitana, un’epoca in cui la tecnologia è in grado di dominare molte cose, tra le quali addirittura la natura stessa. Ciò implica che l’uomo è passato dal doversi adattare a una giungla naturale all’adattamento a una giungla urbana, metropolitana – uno scenario in cambiamento costante.
Gli uomini continuano ad essere, come sempre, mossi da emozioni, speranze, passioni e paure: la differenza sostanziale è che in questo momento storico l’ambiente in cui si vive pretende un impegno perenne affinché si riesca a sopravvivere con successo nella giungla urbana, una giungla che richiede ogni giorno rapida dimestichezza con nuovi strumenti.
Cosa accade alle suddette emozioni, di conseguenza? In questa giungla urbana, che ruolo ha l’uomo?
Efficaci tentativi di risposte sono forniti, attraverso le proprie opere, da Fabio Giampietro, Enzo Fiore, Lorenzo Nardelli, Aqua Aura, Andrea Cereda, Shuhei Matsuyama, Lazzaro Fornon.
[di Ambra Benvenuto]