«Ora dimmi perché», le chiese, «Io e te ci parliamo e sembra che la ‘complicità’ sia un neologismo tutto solo nostro; guardiamo, e ‘vediamo’ le stesse cose; ci osserviamo, e ci incantiamo e ci componiamo addosso inedite poesie; ‘sentiamo’, e ci accorgiamo che stavamo pensando e progettando e sognando verso la stessa direzione, viaggiamo sulla stessa creatività; ci conosciamo, come quelle anime gemelle che anche lontane si ‘avvertono’ e ‘sanno’ tipo segnale sensitivo dove sono, come e perchè; e nonostante il male, nonostante il tempo, il brivido, il fanatismo col quale ci viviamo, si rinnovano o aumentano, non come quelle cose che mentre cerchi di capire cosa sono già ti sono passate, nè come quando la gente dice che “l’amore col tempo passa o si affievolisce” a questo noi ci facciamo una grossa risata, un po’ di pietà, perchè noi la sappiamo La Verità; ci teniamo per mano, ci abbracciamo, ci raccontiamo, e tutto si mette al suo posto, tipo armonia cosmica; facciamo l’amore e…», il tono di voce divenne sottile, come quando si entra in un posto sacro, o come per rispetto di una specie in via d’estinzione, «Cinque volte su sette veniamo insieme, per quella ‘sintonia’ mentale che mi fa sentire cosa provi tu e ti fa sentire cosa provo io e così ci sincronizza l’eccitazione che è già pazzesca alla sola idea che stiamo facendo l’amore, e che nessuno potrà mai toccarci come ci tocchiamo noi; la primavera e l’estate fanno male perché torna il sole e questo ci provoca l’urgenza di essere felici quando non è quello che sei se manco io, né è quello che sono se manchi tu, e nonostante sembri che la giornata brilli e vada tutto bene c’è qualcosa che non va.
E nonostante questa sia la nostra realtà quotidiana, non smettiamo mai di stupircene.
Ora dimmi,
perché.
Perché tu pensi davvero che si possa rinunciare a tutto questo?»
-Una storia vera-