Come un’opera d’arte è il manifesto dell’interiorità del suo artista, il nostro aspetto ci racchiude e ci racconta, la nostra pelle è la ‘tela ambulante’ dei segni della storia di ciascuno, i segni del tempo, delle abitudini, dei personali eventi, dei pensieri, sono segni distintivi, indelebili, come un tatuaggio.
Se il nostro corpo è il nostro immediato mezzo di comunicazione c’è una pratica, utilizzata dall’antichità sino ad oggi con finalità diversissime, che ha accompagnato l’uomo nella maggior parte della sua esistenza: è proprio il tatuaggio, «Disegnare sulla pelle non è come dipingere un quadro, devi pensare ad un’immagine che deve essere visibile e avere la stessa forza da qualsiasi angolo lo guardi, bisogna pensare tridimensionale», racconta Marco Lopez, tatuatore attivo a Napoli, Amburgo, Amsterdam. Un’arte decisamente ambiziosa, siccome oltre a dover essere concepita per un supporto vivo, in continua evoluzione, formoso come un corpo, aspira all’infinito, al ‘per sempre’, dando la possibilità di creare vere e proprie ‘cicatrici artistiche’ permanenti del proprio vissuto e del proprio sentire.
LE ORIGINI DEL TATUAGGIO– Impiegato da civiltà antichissime, come l’antico Egitto, o l’antica Roma, con significati disparati quali: terapeutici, di appartenenza ad una determinata casta sociale, di rito di passaggio, magici, sacri, profani, fino ad essere vietato, o considerato un marchio di personalità delinquente, è circa dalla fine degli anni ’60 del Novecento che il tatuaggio è diventato una vera cultura, un semplice ornamento, un intimo linguaggio per esprimersi. Fra gli anni ‘60 e ’70 si affacciano sulla scena italiana i primi tatuatori di professione, tra i pionieri: il romano Gippi Rondinella, fondatore a Roma del primo studio di tattoo art ‘Tattooing Demon Studio’; mentre ad Amsterdam: l’olandese Bill Loika, artista della vecchia scuola, attivo in uno dei più leggendari studi di tatuaggi in Europa, ‘Tattoo Peter’. Particolare cassa di risonanza per la diffusione di questa arte fu anche il mondo del circo dove, a cavallo tra ‘800 e ‘900, oltre agli spettacoli dei circensi era presente l’attrazione legata al tatuaggio, le persone tatuate si esibivano, e i tatuatori lavoravano, nei circhi.
Proprio sull’idea di un ‘ritorno alle origini’ è concepita l’11° edizione della Tattoo Convention a Napoli, la novità di quest’anno è, difatti, un interessantissimo gemellaggio con il mondo del circo.
L’EXPO – Arte, divertimento, solidarietà e tantissimo altro: è la Tattoo Expo 2014 che prosegue il suo ‘racconto’ a cadenza annuale rinnovando il peculiare successo. La kermesse si dipana in una tre giorni, 30, 31 maggio, 1 giugno, ed è ospitata nella sua location ormai da 4 edizioni, la Mostra d’Oltremare, che per l’occasione fa da cornice all’intreccio di un programma fittissimo, «Le edizioni precedenti le facevamo in una location molto più piccola, il Palapartenope, anno dopo anno stiamo crescendo, ora abbiamo un’area all’aperto per intrattenere il pubblico, spazi per ospitare mostre d’arte, e quant’altro […] la scorsa edizione abbiamo registrato all’incirca 20.000 presenze», racconta Giuseppe Zazzera, Presidente dell’Associazione Napolindelebile e rappresentante della manifestazione.
TUTTI I ‘MONDI’ PRESENTI ALL’EVENTO –250 tatuatori nazionali ed internazionali, tra cui gli attesissimi ospiti d’onore Gippi Rondinella e Bill Loika, ognuno con il suo personale stand ed i visibili ‘segni’ della sua bravura, del suo mondo interiore, «Amo l’arte dei tatuaggi, ne sono appassionato fin da piccolo. Non lo considero solo un lavoro, è soprattutto un divertimento… è vita. E’ la mia vita, la rappresenta… anche il fatto che mi fa male la schiena tutto il tempo», racconta Loika. Professionisti che offrono la possibilità di ricevere un tatuaggio e di essere dunque ammirati all’opera. Tra le richieste più disparate: soggetti giapponesi, old school, new school, tribali, realistici, biomeccanici, lettering.
Visitatori entusiasti di trascorrere una giornata all’insegna del divertimento, tra fedeli appassionati del mondo dei tatuaggi o neofiti, «Per me il tatuaggio è un modo per rendere visibile agli altri ciò che di me è invisibile ai più, ma anche per ricordare per sempre a me stessa l’essenza di me, perché a volte nella vita può capitare di perdersi… Ho scelto una frase perché sono un’autrice di testi, ma disegnata come fosse una ‘poesia visiva’, quindi bella e semplice da guardare ma stimolantemente enigmatica da interpretare, e che dica in poche parole ciò che mi dà senso», racconta Francesca.
Ed ancora: ‘Overlap’, un progetto che ha come scopo quello di riunire personalità, stili, tecniche di 18 tatuatori, ognuno impegnato a disegnare e colorare una parte del corpo di una sagoma di cartone a grandezza d’uomo inizialmente separata in braccia, gambe, busto, per poi al termine assemblare i vari pezzi e creare un’unica opera d’arte, un unico ‘corpo’ completamente ‘tatuato’;
‘Artexpo’, una mostra d’arte contemporanea che ospita le opere figurative di molti artisti tatuatori, e che per quest’anno segue una declinazione ‘Plurale, femminile’, ed una al maschile ‘Alter Ego’;
Se un paio di secoli fa era il circo ad ospitare il mondo del tatuaggio, ora è il mondo del tatuaggio ad ospitare il circo, nel contest tattoo ecco gli spettacoli dei performer di Circ’Arena, professionisti, giocolieri, artisti di strada che interagiscono con il pubblico offrendo la possibilità non solo di avvicinarsi all’arte circense godendo dei loro allenamenti e delle loro esibizioni, ma di farlo da un ‘ingresso privilegiato’, ovvero imparando direttamente i piccoli trucchi del mestiere;
Momenti di svago tra cui musica, gare di ballo, gare di birra, di mangiatori di wurstel, di pizza, di pasta, gioco del toro meccanico o delle torte in faccia, schiuma party, miss pin up, calcio balilla umano, selezioni e qualifiche, premiazioni finali (dei vari contest o del tatuaggio di categoria più bello e di quello finale, ovvero il più bello in assoluto dell’edizione), vari spazi per area ristoro, area gadget, souvenir, e tantissimo altro;
Attenzione anche al sociale, con lo spazio per la raccolta fondi a favore dell’Associazione Mattia Fagnoni, fondata da due genitori che lottano per la ricerca e la cura della Sindrome di Sandhoff, malattia genetica degenerativa, di cui è affetto il loro piccolo Mattia.
Un gran bel ‘undicesimo capitolo’ quello scritto dalla Tattoo Convention, completo di ogni scena, personaggio, carattere… tutto da leggere e poi rileggere, magari sul suo peculiare palinsesto… il corpo!
[di Redazione]