Parte da una scuola di Napoli, con l’opera la Madonna di Costantinopoli di Mattia Preti, l’iniziativa nazionale “Un’opera d’arte in classe”, progetto inserito nel protocollo d’intesa firmato a maggio dal Ministero di Franceschini per la promozione del patrimonio culturale, che vuol portare a scuola le bellezze artistiche fino ad oggi studiate solo attraverso i libri.
Lo ha annunciato Dario Franceschini nell’intervento tenuto in occasione della celebrazione dei trent’anni della Fondazione Napoli Novantanove (quest’ultima è nata a Napoli nel 1984 come istituzione privata con l’obiettivo prioritario di contribuire alla conoscenza, educazione, promozione, valorizzazione, salvaguardia, ricerca, del patrimonio culturale di Napoli e del Mezzogiorno).
«Portare un’opera d’arte in classe –afferma il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo- è un modo concreto e simbolico per riavvicinare ed educare gli studenti alla grande bellezza del nostro patrimonio culturale. L’Arte e la letteratura sono due linguaggi della stessa cultura».
L’Opera di Preti scelta come avvio del progetto è significativamente la Madonna di Costantinopoli non meno napoletana del suo autore, uno dei più importanti esponenti della pittura napoletana del ‘600, attivo oltretutto in Italia come a Malta, detto anche il Cavaliere Calabrese perché nato in Calabria e ordinato Cavaliere da Papa Urbano VIII.
L’opera, un olio su tela datata 1657, esce dalla Galleria Nazionale di Capodimonte (in deposito dalla chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi) per avvicinarsi alle persone e dare avvio ad un lungo e variegato percorso educativo nazionale volto a stimolare sentimenti di maggiore attenzione, maggiore consapevolezza verso l’arte e la cultura.
Impazzano, in particolar modo sui social network, commenti e pareri, ma, tra chi accoglie l’iniziativa con entusiasmo, chi ne sottolinea invece i rischi, come i probabili danni che un dipinto potrebbe subire durante gli spostamenti, o chi propone in alternativa una salutare passeggiata didattica e contestualizzante nei musei, è ad ogni modo una grande opportunità fare della cultura il punto cardine per lo sviluppo di nuove sensibilità artistiche, dunque il punto di riferimento delle identità.
[di Redazione]