Prima serata Intra Musica all’Intra Moenia: Valerio Rosiello, Debussy e gli impressionisti
Articolo di FRANCESCA LOMASTO
Valerio Rosiello – Pianoforte solo, il 15 marzo al Caffè letterario Intra Moenia di piazza Bellini, Napoli, è la prima tappa del progetto Intra Musica organizzato da Luciana Iossa e Viviana Ulisse. La serata, patrocinata da IAAM-Italian Association for Arts and Music, prevedeva originariamente una suite di Debussy, ampliata poi, per scelta dell’artista, anche ad autori quali Ravel, Satie, Hahn e Albèniz. Introducono la serata Patrizia Scarano e Valeria Ulisse.
L’idea alla base della rassegna è la contaminazione, fra la musica classica e il pubblico ma indubbiamente anche fra l’esecuzione e la sensazione. Le musiche di Debussy, con le loro macchie sonore, la breve durata e il collegamento con la natura, rispecchiano perfettamente l’idea alla base della serata. Il pianista, fra un brano e l’altro, introduce brevemente i pezzi rendendo l’ascolto più consapevole, anche con qualche momento divertente grazie a buffi aneddoti.
L’atmosfera è informale grazie alla perfetta ambientazione, un salottino interno al locale ma aperto sulla piazza e grazie alla simpatia e alla passione che pervadeva tanto il pubblico quanto gli “addetti ai lavori”. Valerio Rosiello, giovane pianista da poco diplomato e pieno d’entusiasmo, esegue i brani con consapevole maestria. Afferma l’artista: «C’è da dire che i pezzi che ho preparato sono tutti intorno all’impressionismo ma non è solo Debussy; Ravel, Sotie, hanno dato significato al termine impressionismo, un autore non basta. Questi sono pezzi di una modernità sconcertante, sembrano scritti venti anni fa. Si è passati ad accordi sporchi, torbidi, dell’uomo che all’inizio del ‘900 ha perso tutte le sue certezze».
Ascoltare queste musiche suscita inevitabilmente delle immagini impressioniste: lo scorrere dell’acqua, macchie di colore ora più delicate ora più strazianti, le fronde degli alberi, pioggia che bagna un acquerello. Si ricollegano alla natura in quanto provocano sensazioni simili a quelle che si provano osservando la natura stessa, toccano corde che appartengono a tutti e che sono ancestrali parti di ogni essere umano. L’idea che la bellezza è e deve essere di chiunque la voglia abbracciare, anche quando essa si trasforma in una dolce malinconia, è perfettamente resa dallo spirito della serata.
Il messaggio, contro una dogmatizzazione imposta dei generi musicali e dei loro centri di diffusione, è condivisa pienamente dallo stesso Rosiello, il quale specifica: «Il problema è stato l’accademismo. I grandi pianisti si prendono certe libertà che nel conservatorio sarebbero da bocciatura, però lo fanno e sono perfetti. La contaminazione è il sale della musica».
[di Francesca Lomasto]