A Palazzo Sormani si fa luce su un aspetto inedito del pittore olandese: Van Gogh scrittore e le sue passioni letterarie.
Mentre prosegue la mostra “Van Gogh. L’uomo e la terra”, la città di Milano fa luce su un aspetto inedito del pittore olandese con la rassegna “Van Gogh la passione per i libri” fruibile a Palazzo Sormani fino al 25 febbraio, a cura di Mariaella Guzzoni.
Van Gogh, uomo eclettico, dalle mille ‘sfumature’, oltre ad essere uno stimato pittore, passò la sua tormentata esistenza a scrivere, in particolare epistole, in cui ricordiamo quelle al fratello Theo. L’evento intende focalizzare l’attenzione su una selezione di oltre trenta volumi, accompagnati dalle citazione delle lettere a Theo e ai suoi amici, e racconta del rapporto poco noto tra Vincent e la letteratura. «Questa mostra ci svela un aspetto poco conosciuto del grande artista olandese, importante per comprendere altri aspetti della sua personalità che hanno contribuito alla genesi delle sue opere su tela», afferma Filippo Del Corno, assessore alla cultura.
“Ho vegliato a dipingere per tre notti di seguito, coricandomi durante la giornata. Spesso mi sembra che la notte sia molto più viva e moltissimo più colorata del giorno”(Arles, 1888), raccontava l’artista. La vita di Vincent era totalmente ‘sopra le righe’, vedeva i colori nella notte, il buio in quei giorni passati nelle miniere ma non temeva la sofferenza, anzi, voleva soffrire. Voleva soffrire per l’arte, voleva ritrarre l’umiltà della gente e poi, quando gli sembrava davvero troppo, fuggiva via, tra interminabili fogli bianchi, protetto da una penna e un calamaio. E’ questo Vincent Van Gogh: un uomo, uno scrittore, un pittore.
[di Redazione]