“La schiena un po’ curva per l’abitudine di guardare sempre per terra. […] Non era la fisionomia di un ragazzo. La fronte era già solcata precocemente da rughe; le sopracciglia, aggrottate per l’abitudine alla riflessione, sopra gli occhi piccoli e infossati, a seconda che l’impressione dalle cose intorno penetrasse più o meno nella sua coscienza”, questa la descrizione di Vincent Van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853) scritta in un libro di memorie dalla sorella Elizabeth.
Van Gogh, che fin da piccolo mostrò una forte attenzione verso la natura, è in mostra al Palazzo Reale di Milano fino all’8 marzo 2015. L’evento è costituito da opere provenienti dal Kroller-Muller Museum che fanno da baricentro alla mostra. A queste si aggiungono quelle provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya- Fundaciòn Carlos Scim di Città del Messico, Central Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili.
Sei le sezioni: L’uomo e la terra, Vita nei campi, Il ritratto moderno, Nature morte, Le lettere, Colore e vita.
Proprio come suggerisce il titolo dell’evento: “Van Gogh. L’uomo e la terra”, la curatrice della mostra, Kathleen Adler, ha cercato di focalizzare l’attenzione sulle tematiche legate alla terra, alla vita rurale e agreste legate al ciclo delle stagioni, all’uomo al centro del mondo, temi che, d’altronde, erano particolarmente cari al buon Vincent.
La sua è stata una vita che, fin dagli albori, ha dato sentore di ciò che Van Gogh sarebbe diventato: da piccolissimo passava le sue giornate a contatto con la natura, era solitario. Il suo nichilismo, che inconsapevolmente possedeva, aveva radice nella natura. Una natura viva, che impersonava i mali dell’universo. Dipingeva nei campi, al sole, proprio come facevano i lavoratori delle miniere, voleva “soffrire per l’arte”, l’arte era la sua vera vita e non lasciava spazio e nessuna altra cosa, e anche se la sua intera esistenza l’aveva passata a contatto con i liberali che dettero il via all’industrializzazione, Van Gogh non si allontanò mai dal suo spirito bucolico.
Attraverso le visioni dell’artista, i suoi gusti, la sua pittura che nei soggetti e nei colori incarna l’umiltà, il rapporto tra essere umano e la natura che lo circonda, la mostra si pone come perfetto assaggio del tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”.
[di Magdalena Sanges]