Erotica Eroica: Tamara e D’Annunzio al Vittoriale
Articolo di FRANCESCA LOMASTO
Ottima riuscita per l’edizione 2016 della rassegna Vissi d’Arte organizzata al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli). Indubbio il successo di Erotica Eroica-Tamara e D’Annunzio al Vittoriale, replicato ieri 23 settembre al Teatro San Carluccio di Napoli, con regia e drammaturgia di Mirko Di Martino, il quale afferma: «Questa per me è in fondo l’ultima parte di una trilogia involontaria, mi sono ritrovato a scrivere tre testi su tre pittrici: Artemisia, Frida e Tamara. Hanno in comune la ricerca da parte di ognuna del rapporto fra essere donna ed essere pittrice».
La scenografia semplice e d’effetto dà subito risalto alle figure in scena che, in quella che potremmo chiamare introduzione, presentano se stesse e i tratti caratteriali che manterranno poi per tutta la commedia, mostrando una consapevolezza che sfiora il metateatro quando raccontano lucidamente cosa sarebbe loro successo qualche anno dopo.
Per prime si presentano Aelis-Amélie (Titti Nuzzolese) e Smikrà- Luisa Baccara (Gioia Miale). Due personaggi simili e insieme agli antipodi, che si contendono l’amore del “Comandante”. Entrambe completamente assoggettate da D’Annunzio, artefice del loro mondo (“ti amavo perché ti creavo”, ripete ossessivamente il personaggio) ma in qualche modo anche padrone del Vittoriale, necessarie all’ego e alla quotidianità del poeta. Col continuo botta e risposta e l’occasionale alleanza battagliera contro Tamara, sono loro il vero elemento comico e costante dello spettacolo.
Si alza poi Tamara De Lempicka (Fabiana Russo) rivendicando la propria autonomia e la propria arte: è l’unica che parla di sé. Si presenta come una donna forte e indipendente ma il difficile percorso della pittrice è ben sottolineato dalla sua battuta: «Ancora non credevo bisognasse essere giovane e bella per fare la pittrice». Trama della commedia sarà il corteggiamento fra lei e il Vate.
D’Annunzio (Antonio D’Avino) è invece personaggio quasi corale. Non si presenta ma commenta, non esprime pensieri ma si manifesta. È quasi un bambino capriccioso che non riesce ad afferrare il presente in questa sua vecchiaia che lo porta ad amare Eleonora Duse più da morta che da viva e a cercare giovani donne per alimentare il proprio egocentrismo.
Come sottolinea il regista-drammaturgo, era una società in cui cominciava a nascere l’idea di star e fondamentale è dunque il gossip, evidente dai pettegolezzi presenti nel micro mondo del Vittoriale. De Lempicka, spiega Di Martino, si rifà difatti a Greta Garbo e Rita Hayworth. Sembra un dramma farsesco, Aelis e Smikrà sdrammatizzano i toni tragici e la solennità dannunziana, così come l’ambizione di Tamara, sono riportate al loro livello più terreno. Le singole scene ricordano quasi delle cartoline vintage i cui tratti sono accentuati dai costumi e dalle pose.
Importante è la musica; afferma Mirko di Martino: «Ho voluto introdurre il charleston per dare la sensazione di spensieratezza di un uomo che voleva vivere anche a fine spettacolo, mentre cerca di resistere al tempo che passa». La vecchiaia, attuale per D’Annunzio e futura per Tamara, è elemento sempre presente. Mai, però, motivo di resa per i due artisti che, a modo loro e in tempi diversi, non rinunceranno mai alla loro “Volontà eroica! Volontà erotica!”.
[di Francesca Lomasto]
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